mercoledì 16 maggio 2012

Riflessioni sul Salone del Libro: niente di che

Ieri come annunciato sono stata al salone del Libro a Torino.
Il Salone in breve
Era la prima volta che ci andavo. Sinceramente me l'aspettavo più grande. Erano 3 padiglioni più il BookStock dove facevano incontri-conferenze-altro. I padiglioni aperti, facilmente raggiungibili. Ma: c'erano solo tre bagni per 3 padiglioni enormi; i posti per sedersi e per riposare un attimo erano veramente pochi; cibo e bevande avevano prezzi assurdi [ mezza di acqua: 1,40 € ]. Tantissima gente, che sgomitava per entrare negli stand più grandi, tantissimi ragazzini.
Gli stand: moltissimi, dai giganti del'editoria come Mondadori ai piccolissimi indipendenti [ esempio ] pressati in 4 [ o più ] in 2 metri per 2. C'erano anche gli esploratori delle nuove frontiere dell'editoria: quelli del web, ovvero i tanti odiati [ dagli editori e librai ] Amazon, Ibs, Bol, Book Republic [ regalavano e-book ]. Oltre a questo c'era il padiglione 3 sopratutto che era quasi per metà occupato da stand istituzionali come la Rai, le Regioni, la città di Alassio [ ??? ], le Poste, il Miur, il Ministero dell'istruzione. E infine nel padiglione 1 c'erano parecchi stand dedicati alle iniziative musicali, come festival e fiere. 
Infine c'erano gli incontri. Non avevo intenzione di seguirne ma grazie ai miei compagni sono stata obbligata a seguirne uno, quello con Mercalli che parlava dell'Ultramobilismo.

 Acquistare al Salone
Una delusione. Non totale, però.
Mi aspettavo che i grandi editori dimostrassero e difendessero con baldanza la loro immensità fisica [= tanti libri da vendere].Invece no, ovvero: gli stand erano grandi, enormi a volte, ma oltre a questo non c'era nulla. I libri costavano esattamente come in libreria, i titoli portati erano esattamente gli stessi che si trovano in libreria. Ma allora cosa sono venuti a fare al Salone ? A dire "io c'ero". Al che aggiungerei "Se c'eri dormivi". Se il Salone fosse lo specchio delle case editrice allora direi che Mondadori, Einaudi, Gems, Feltrinelli, Rizzoli etc sono esattamente quello che sembrano: supermercati del libro: "  12 + 14+ 18...44€ prego. Il prossimo". Era esattamente così: gente in fila con i libri, pagare, sotto il prossimo. Al che forse al lettore medio basta, ma a me no, e credo che a qualunque lettore critico non dovrebbe bastare.
Il bellissimo stand della Minimum Fax
 La differenza si vede quando compri dagli altri, dai piccoli, dagli indipendenti. Innanzitutto il 99% di loro facevano lo sconto, sempre [ forse perchè era lunedì? ]. Insisto sullo sconto perchè quando vuoi acquistare pacchi di libri la differenza di quei pochi euro si fa sentire. Ma sopratutto sempre e comunque gentili e disponibili: sono passata da ElliotBeccogiallo in un crescendo di cortesia, fino ad arrivare alla Caravan Edizioni  dove una "commessa" carinissima mi ha parlato del libro che avevo in mano con un tale entusiasmo che l'ho preso: mi interessava dalla copertina e dalla quarta, ma sentire lei che me ne parlava perchè le era piaciuto davvero mi ha convinta a prenderlo. E' questo quello cerco: un contatto umano per farmi sentire diverso, per farmi sentire che non sto comprando il detersivo per piatti, sto comprando un'emozione. 
Cosa ho comprato

Acquisti.
Un libro che desideravo da tempo, Un inverno con Baudelaire, scontato al 20%. Ero tentata da altri libri [ alcuni al 25 % si sconto ]ma mi dovevo trattenere. - Elliot
Ho presto Anna Politkovskaja e Ballata per Fabrizio De André entrambi a 10€ [ uno costava 14, l'altro 15 ].-  Beccogiallo
Da Caravan [ vedi sopra ], ho comprato Passeremo per il deserto, libro di un ragazzo cileno 24enne [ questo ]
Una casa editrice che mi ha tentata molto era Tunué: c'era un albo con disegno dell'autrice, bellissimo, ma costava troppo. Gli albi di questa casa editrice sono molto belli, ma un po' cari. Ero seriamente intenzionata a prenderlo ma ho resistito.

 Riflessioni
Dopo aver letto questo post il mio iniziale entusiasmo era andato scemando lasciando il posto a perplessità. Dopo aver passato in rassegna i grandi e alcuni piccoli, il Salone non mi sembrava molto diverso da un mega centro commerciale di libri. Alcuni piccoli poi erano veramente imbarazzanti per me, vendevano palesemente libri fuffa. Per fortuna altri compensavano queste aberrazioni.
Il Salone per me alla fine vale la pensa vederlo solo per due motivi: cercare e comprare dai piccolissimi editori e gli incontri.
Nuovi Editori Indipendenti
Per piccolissimi intendo editori non come Beccogiallo, Elliot, Iperborea che oramai si trovano tranquillamente in libreria sotto la dicitura "editoria indipendente di qualità". Intendo editori come Caravan, Caratteri Mobili, Intermezzi etc etc: perchè sono giovani, perchè propongono altri autori italiani, fuori dal giro di quelli urlati in tv. E anche i libri sono molto belli a livello tecnico: carta riciclata di qualità, copertine dal design divertente e intrigante, di bell'aspetto insomma. Ne ho comprato uno [ anzi due ]perchè oltre a vedere che sono belli esteticamente e che chi li ha fatti ci ha messo tanto impegno voglio appurare quanto valgano a livello qualitativo : per vedere se la passione può bastare oppure se la professionalità delle major sia necessariamente doverosa.
L'altra cosa per cui vale la pena andare sono gli incontri con gli autori e i laboratori per bambini e ragazzi. [ ieri c'era anche Del piero alle 18.00 - si, ha scritto un libro, l'autore è lo stesso dei libri di Fabio Volo probabilmente- e alle 3 la gente era già in fila ]
Io ho sentito il signor Mercalli, e per quel poco che ho sentito [ tema: ultramobilismo ] mi è piaciuto: ogni evento vale per quel momento, ogni cosa non tornerà più una volta passata. Vogliamo davvero perdere tutto perchè non abbiamo tempo ? Ha senso andare in Giappone [ o paese straniero ]per due settimane, tornare e dire " Ho visto il Giappone"? Tu in quel brevissimo lasso di tempo credi davvero di aver visto il Giappone ? Ne è valsa la pensa? Non avresti conosciuto di più immergendoti nei suoi testi, nella sua produzione culturale ?
E via così. In tema con la Primavera digitale, la tecnologia che facilita e accelera troppo la nostra vita.
Considerazioni finali: 
1- Non lo considero più così vitale andare al Salone di Torino ogni anno. E' utile solo per la concomitanza di editori indipendenti e incontri con autori.
2- Tanta gente non è mai entrata in una libreria o non sa che esistono. Altrimenti non mi spiego perchè diavolo comprassero pacchi di libri da Einaudi, Mondadori, Gems...
3- Al Salone c'è tantissima fuffa: grossi editori inutili, piccoli editori pronti a tenderti agguati, tanta gente ignorante [ le file di ragazzini davanti alle copie venute male di Twilight ].
Accorrete gente, grandi sconti, detersiv..ehm, libri al 3x2 !
L'ultima moda in fatto di copertine:
faccioni enormi di ragazzine dalle labbra carnose
con sguardo malinconico.

5 commenti:

  1. Ottima analisi, la condividiamo anche noi! facci sapere com'è "Un inverno con Baudelaire", ci hai incuriosito!!

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    Risposte
    1. Ci vorrà tempo prima che riesca a leggerlo, ho una tale mole di libri da leggere :) !

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  2. Molto interessante e condivisibile. Soprattutto "non sto comprando il detersivo per piatti, sto comprando un'emozione".
    Al prossimo Salone passa a vedere anche le nostre emozioni (Aìsara): sono questi i lettori che vogliamo!

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  3. le ragazze caravan sono tutte simpatiche e appassionate, tu che libro hai preso? io ho appena letto la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina ed è molto bello.

    i grandi editori vanno a torino a vendere, almeno qualche volta in questo modo portano anche grandi autori per gli incontri con i lettori.

    torino è interessante per scoprire le realtà piccole, peccato che per un piccolo editore partecipare costa caro, in questo modo molti rimangono tagliati fuori...

    alla prossima
    gabriele
    http://aaawantedbook.blogspot.it/

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    Risposte
    1. Ho preso "Passeremo per il deserto" di Diego Zúñiga, ho trovato il disegno della copertina molto suggestivo!

      Ho una vaga idea di quanto costi partecipare alle fiere in generale...non oso immaginare quanto chiedessero per uno stand a Torino. Però ho apprezzato tantissimo lo stand dei Nuovi Editori Indipendenti, spero che questa "unione" sia servita a contenere i costi !

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