giovedì 28 febbraio 2013

Colpa delle stelle, John Green: avere 16 anni e dover morire

Un libro per adolescenti che parla di adolescenti, malati -quasi- terminali.
- Tu credi che i vulcani siano affascinanti? Dillo ai diecimila cadaveri urlanti di Pompei. Credi ancora in gran segreto che ci sia una componente di magia nel nostro mondo ? Si tratta semplicemente di molecole senz'anima che sballottano le une contro le altre, totalmente a caso. Ti preoccupi di chi si prenderà cura di te se i tuoi genitori muoiono? Fai bene, dato che loro saranno cibo per vermi da lì all'eternità.
- L'ignoranza è una benedizione.
Colpa delle stelle, John Green,
trad. Giorgia Grilli, Rizzoli, 2012
Di cosa parla:
Hazel ha 16 anni, ha una fissa per American Next Top Model, legge e filosofeggia per ore, e ha il cancro.
Hazel è anche una miracolata: a 13 anni le era stato diagnosticato il cancro, incurabile. Era pronta a morire, eppure il suo corpo quando viene il momento non cede; così i dottori la curano e le somministrano un farmaco sperimentale, noto per non funzionare. Su di lei funziona: miracolo.
Ed eccoci alla Hazel di oggi, annoiata, con genitori iper-protettivi che scambiano la sua noia per depressione e la costringono a frequentare un gruppo di supporto, composto da "un cast mobile di personaggi in vari stadi del malessere indotto dal tumore".
Ed è al gruppo di supporto che conosce Augustus, reduce anche lui dal cancro.
Dopo un gioco di sguardi, filosofeggiamenti vari, ecco che si crea un legame.
Hazel però non vuole legami. Una granata che potrebbe esplodere in qualsiasi momento può permettersi il lusso di legarsi a qualcuno ?

mercoledì 27 febbraio 2013

Cosa fai ? Leggi ?!

Forse capita solo a me, però capita.
Capita che io sono tranquilla a leggere il mio libro, in qualche angolo della casa, del treno, della stazione, in metro...etc etc. e arriva puntuale la solita domanda:
- Cosa fai ?
Sopratutto chiedono:
- Come mai ? Perché ? Te l'ha detto il dottore ?

La Nonna

E-Leggiamo: un voto per promuovere la lettura

C'è ancora tempo per firmare: potete andare in libreria oppure qua.

Ok, passo indietro.

Firmare cosa ?
Firmare l'appello promosso dall'Associazione Forum del Libro per chiedere un impegno concreto a operare nella prossima legislatura a favore del libro e della lettura a quanti sono stati eletti in queste -ancora attuali- elezioni.

Cosa dice l'appello ?
E' innanzitutto una lettera aperta ai candidati (quindi agli eletti) di qualunque schieramento politico di queste elezioni politiche, dove si fissano 5 punti per una legge in materia di libri.

In sostanza, chi ha la possibilità di leggere libri ha più possibilità di avere una vita decisamente migliore, sia per quanto riguarda la qualità della vita sia per quanto riguarda il benessere complessivo della persona o comunità. E questi valori spesso non sono misurabili dal PIL [che, ricordiamo, misura solo la ricchezza materiale prodotta dal paese].
(...) dove la lettura è abitudine più diffusa, in molti casi è anche più alto il reddito, è migliore la qualità della vita, la società è più coesa, sono maggiori la capacità di innovazione e la propensione alla crescita, è più forte la difesa della legalità, sono minori la corruzione, la criminalità e la discriminazione nei confronti delle donne.

lunedì 25 febbraio 2013

Concorso Grafica e Illustrazione Salani: Harry Potter e la pietra filosofale

Ancora dalla preselezione del concorso di grafica e illustrazione Salani (ne ho parlato qua), ecco Harry Potter.

Devo dire che sono rimasta un po' delusa dalle varie copertine.
Poche mi hanno colpita per originalità. Infatti molte hanno elementi che richiamano i vari film: le sciarpe a righe, la divisa, Daniel Radcliffe...tanto da sembrare quasi semplici fan art. Ora, senza dubbio per un libro è utilissimo fare costante riferimento al film, aiuta a vendere. E allora non sarebbe più semplice mettere in copertina una scena del film, come fanno sempre con le riedizioni ?
Secondo me poi Harry Potter non ha bisogno di tante presentazioni, più o meno tutti sanno chi è o ne hanno sentito parlare (per fortuna/sfortuna).
Sarebbe quindi preferibile un'illustrazione che faccia capire al lettore che il libro è diverso dal film, che qui si parla di un altro Harry Potter ( quello dei libri è totalmente diverso da quello dei film: è un vero delinquente), che faccia capire che il mondo harrypotteriano è anche altro...insomma una diversa interpretazione di Harry Potter.
Per me non ha molto senso mettere un'illustrazione che ammicca al film, meglio l'ennesimo libro con la locandina del film allora, quale rimando più azzeccato ?
Come hanno fatto ai tempi della Bussola d'oro.
Poi c'è un'illustrazione che io avrei scartato a priori. Questa.

Impressioni sul Festival tra le righe

© Fabio Volonterio

Ero incuriosita da questo nuovo (ennesimo?) Festival della piccola e media editoria indipendente.
Ci sono stata sabato, dalle 11.00 di mattina fino alle 16.00 circa di pomeriggio. 

© Fabio Volonterio
Il Festival era composto da due parti: una di incontri, un'altra di fiera. Quest'ultima si sviluppava sui tre piani della biblioteca, occupando a piano terra la zona dell'emeroteca, al secondo piano quella dedicata alla lettura dei bambini, al terzo quella riservata ai computer, in totale tre "stanzone". La zona degli scaffali di libri non è stata "intaccata", anche se in mezzo sono state sistemate strategicamente alcune "zone-incontri": si poteva parlare con gli autori in mezzo ai libri e seduti su comode poltroncine. 

La mie impressioni
© Fabio Volonterio
Forse ho scelto l'orario più infelice per visitare il festival, infatti gli stand degli editori erano semivuoti, la biblioteca un po' meno; in giro ho visto solo "addetti ai lavori", riconoscibili dalla cartelletta rossa e/o dal pass "espositore", e pochi, pochissimi, visitatori. 
Quindi mi son chiesta subito se la gente sapesse dell'esistenza del festival, la mia risposta è stata: no. Ho mandato qualche sms a qualche amico ( lettore ) della zona (non della più remota regione d'Italia, ma di Cinisello Balsamo e di Milano) e tutti son cascati dalle nuvole. Perché i lettori (non blogger, ma solo lettori) non sapevano di un evento a due passi da loro? La pubblicità è l'anima del commercio, si diceva una volta. 
Comunque, il mio intento era visitare il Festival e il centro culturale Pertini, come appassionata di libri; agli incontri programmati non sono andata, non m'interessavano particolarmente, tranne uno che si teneva troppo tardi per me (Narrativo presente). 
Ho gironzolato tra i vari stand ma niente ha attirato particolarmente la mia attenzione nonostante la notevole proposta dei più svariati generi (narrativa, bambini, fumetti, horror, saggi, poesie...), anche se mi son ripromessa di leggere qualcosa di Miraggi Edizioni perché ogni volta che vedo i loro libri ne rimango affascinata. 
© Fabio Volonterio

sabato 23 febbraio 2013

L'indimenticabile estate di Abilene Tucker, Clare Vanderpool

Il perfetto esempio di come i libri per ragazzi spesso superino i libri per adulti in qualità.

L'indimenticabile estate di Abilene Tucker,
Clara Vanderpool, trad.  Aurelia Martelli,  EDT,  2012
Di cosa parla

Abilene Tucker ha 12 anni ed è curiosa, vivace, intraprendente. Arriva a Manifest il 27 Maggio del 1936, in tempo per frequentare l'ultimo giorno di scuola e farsi dare i compiti da Suor Redenta, scrivere una storia
Abilene però non pensa ai compiti: lei vuole sapere perché il padre l'abbia spedita in quella cittadina stanca, la città di suo padre, a passare l'estate, allontanandola da lui per la prima volta nella sua vita. E' decisa a scoprire tutto su suo padre: cos'ha fatto? Perché nessuno le parla di lui ? Perché tutti in quella città la guardano in quel modo ?
La lunga estate di Abilene inizia con una lettera di un ragazzo del 1918, una bussola impazzita, una vecchia indovina, una Talpa da scoprire, vecchi giornali da leggere e una scatola piena di piccoli tesori. E due amiche, Lettie e Ruthanne, vivaci e curiose quanto lei che l'aiuteranno a svelare i molti segreti della loro città. 

mercoledì 20 febbraio 2013

Concorso Grafica e Illustrazione Salani, risultati preselezione: Matilde

Salani per il suo 150^ compleanno ha indetto un concorso per dare una nuova copertina a 10 dei suoi titoli, ovvero:
  • Breve storia del mondo
  • Chi me l'ha fatta in testa?
  • Harry Potter e la Pietra Filosofale
  • La nuova Bibbia Salani
  • L'occhio del lupo
  • L'uomo che piantava gli alberi
  • Matilde
  • Pippi Calzelunghe
  • Skellig
  • Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
La preselezione è stata fatta, QUI trovate le 10 copertine che sono state selezionate per ogni titolo.

LE MIE COPERTINE PREFERITE:

Ho guardato le copertine di Matilde, di Roald Dahl.
Devo dire che alcune sono veramente molto belle. Ne ho scelte alcune che per me sarebbero l'ideale come copertina di Matilde. Altre secondo me, pur essendo molto belle, non sarebbero adatte perché anticipano troppo la storia o comunque ne svelano una parte molto importante: i "superpoteri" di Matilde. Gli oggetti volano, si, ma nel libro questo accade molto in là, e non è la cosa più importante da comunicare, non è la prima cosa che leggi aprendo il libro. Secondo me la prima cosa che la copertina deve dire a un potenziale lettore di Matilde è "in questo libro c'è una bambina che legge, tanto".

martedì 19 febbraio 2013

"Tra le righe", Festival della piccola e media editoria indipendente

Da Venerdì 22 febbraio a Domenica 24 febbraio presso il centro culturale " Il Pertini, INGRESSO LIBERO, a Cinisello Balsamo (Milano) si svolgerà:



Cosa succede:

Alle porte di Milano, nel nuovissimo centro culturale di Cinisello Balsamo, inaugurato il 21 settembre 2012, si svolgerà il Festival della piccola e media editoria indipendente, una nuova occasione per parlare di libri, lettura, lettori, ma sopratutto per promuovere l'editoria libraria indipendente.
Ci saranno presentazioni di libri, incontri con autori e con aspiranti autori, discussioni, laboratori per ragazzi.

Il festival è stato promosso dall'assessorato alla cultura del comune di Cinisello Balsamo, con i partner del progetto Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest ( il più grande consorzio bibliotecario italiano), il Master in Editoria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Rataplan snc ( società che progetta eventi ), Zephyro Edizioni, MedialibraryOnline.


lunedì 18 febbraio 2013

Se ti abbraccio non aver paura, Fulvio Ervas: una bella storia, un brutto libro

Ne hanno parlato tutti, mi aggiungo anch'io.
MA NON PUOI TOCCARE LA SPALLA ANZICHE' LA PANCIA?
Mi piace la pancia
LO CAPISCI O NO CHE DAI FASTIDIO ?
Lo capisci che non posso controllarmi ? 

Se ti abbraccio non aver paura, Fulvio Ervas, MarcosyMarcos, 2012
Se ti abbraccio non aver paura è stato il libro dell'anno a Fahrenheit, è stato uno dei libri più venduti nel 2012 e a breve uscirà il film. Non c'è dubbio, la Marcos y Marcos ha fatto l'affare.

Di cosa parla
Franco, un padre, ha questa idea di fare un viaggio: attraversare gli U.S.A coast to coast, magari in motocicletta, con il figlio quasi 18enne, Andrea. Tutte le persone a lui vicine glielo sconsigliano, perché Andrea è un ragazzo autistico. Franco ascolta tutti, ma parte lo stesso: con il figlio ha provato tutte le "cure" possibili, ha sperimentato tutte le vacanze tranquille e rilassanti consigliate dai medici, ma che lo hanno lasciato sempre insoddisfatto perché Andrea è sempre Andrea, sempre autistico. Ed ecco che quindi, in barba a tutti i medici, amici e familiari, prende e parte con Andrea. I due attraversano l'America, a bordo di una Harley Davidson, poi volano verso il Messico, si perdono nelle foreste del Guatemala, arrivano in Brasile. Un intenso viaggio di tre mesi, in cui padre e figlio hanno modo di crescere e conoscersi meglio.

Andre e Franco
E' quasi impossibile non accostarsi a questo libro senza sapere che parla di autismo. Oramai ne ha parlato tutto il mondo editoriale e non: web, giornali, tv, radio strabordano di recensioni, interviste, servizi su Andrea. Quando si legge la trama poi si intuisce perché il libro sia diventato così famoso, perché la storia di Andrea e Franco abbia fatto il giro dell'Italia e si appresti a conquistare anche il mondo oltralpe. Perché racconta qualcosa di straordinario. E proprio per questo inviterei tutti a leggere in giro (avete solo l'imbarazzo della scelta) del viaggio di Andrea e Franco. Un padre che fa questa scelta così matta di prendere il figlio autistico e attraversare l'America in motocicletta è una cosa veramente grande. Io l'ho visto come un grande dono d'amore da parte di Franco al figlio: fargli vivere un'avventura vera, qualcosa che andasse oltre l'emozionante tragitto scuola-casa che Andrea poteva fare da solo su gentile concessione di scuola e medici.

Fulvio Ervas, una delusione. 

Fulvio Ervas
Ecco, hai in mano una storia così bella, così emozionante e ti ritrovi sofferente e annoiato nel leggere il libro. Date le premesse, ci aspetta una lettura senz'altro interessante. Invece tutt'altro. Lo scrittore avrebbe dovuto prendere il resoconto di Andrea e Antonello e plasmarlo, renderlo magari ancora più emozionante (con tutti i contro), arricchirlo, o farci qualche disegno qua e là, non so, fare il suo lavoro comunque. Invece si è limitato a fare quasi un mero elenco di quello che i due facevano ogni giorno: sveglia alle..., bagno, colazione, partenza, viaggio, arrivo, motel, cena, dormire. Questo libro è un diario di bordo, e Ervas, se c'è, ha solo messo il nome e copincollato il file che gli è stato inviato, correggendo qualche verbo qua e là magari. Anche le parti più emozionanti sono tali ma non per merito di Ervas, piuttosto perché sono successe davvero e tu lettore le vedi accadere nella tua testa, ti fanno pensare: sono i fatti a emozionarti, non la scrittura scarna di Ervas.
Come la storia di Jorge, ragazzo autistico che aveva per casa una baracca ai margini della foresta. Eppure rideva, guardandoti negli occhi. A Franco Jorge è rimasto nel cuore, forse perché è stato lampante quanto l'esistenza dipenda dal caso. Non si conoscono le "cause" certe dell'autismo, non c'è niente di preciso che devi evitare, succede. Però a volte succede che nasci qui, nel mondo civilizzato e puoi essere aiutato, puoi vivere una vita quasi normale; altre volte succede che nasci nel villaggio dimenticato da Dio, nessuno può aiutarti e la tua unica possibilità di vita è stare sempre sdraiato su qualche pezzo di stracci e legno chiamato letto.
E' stato frustrante leggere di Jorge attraverso le parole di Ervas.

Per fortuna per quanto riguarda Andrea ha pensato lui a parlare di se stesso, attraverso alcune frasi che hanno giustamente pensato di riportare per intero, senza intermediazioni, come la citazione sopra e questa:
Tu mi credi normale rompi palle e maleducato, io sono sensibile diverso e molto solo
Prossimamente uscirà il film, prodotto da Cattleya.

Alcuni rimandi:
Il sito di Andrea Antonello: http://www.andreaantonello.it/
La storia di Jorge: servizio delle Iene.

sabato 16 febbraio 2013

Persone che leggono

fotografia di Micah Albert

World Press Photo 2013
Contemporary Issues
1st prize singles
Micah Albert
Nairobi Kenya

Pausing in the rain, a woman working as a trash picker at the 30-acre dump, which literally spills into households of one million people living in nearby slums, wishes she had more time to look at the books she comes across. She even likes the industrial parts catalogs. “It gives me something else to do in the day besides picking [trash],” she said.

venerdì 15 febbraio 2013

Oltre il muro: il lucido sogno meraviglioso e terribile di Pepe,undicenne

Ogni giorno, per andare a scuola, devo passare almeno un'ora sui mezzi pubblici...Un'ora in cui posso lasciar libera la mia immaginazione. In effetti, a undici anni, immaginarsi sciocchezze è una vera e propria arte. PEPE

In Breve
Pepeto è un ragazzino di 11 anni e, come tanti a quell'età, vuole sentire i petardi far bum e vederne le scintille. Un giorno, senza averci pensato tanto, si fa coraggio: entra in un negozio e li compra.
Una volta a casa scappa in camera: le mamme, si sa, hanno occhi e orecchie dappertutto. Qualcosa però cattura la sua attenzione...il piccolo Gesù nell'anticamera si muove! Affascinato Pepe si avvicina e nel tentativo di afferrarlo finisce oltre il muro.
Oltre il muro Pepe trova non solo un mondo ma tanti mondi, popolati da personaggi misteriosi e fantastici. Il ragazzino, nel tentativo di tornare a casa, attraversa il muro più e più volte, incontrando enigmatici signori con l'impermeabile, ragazze innamorate, uomini crudeli, animali selvaggi.
Nel lungo viaggio verso casa Pepe perde più volte la strada, inciampa ma si rialza sempre perché in un mondo senza logica la prima cosa per imparare a sopravvivere è contare su se stessi, esserci sempre.

Oltre il muro, Pierre Paquet & Tony Sandoval, Tunué, 2012
Oltre il muro, Pierre Paquet & Tony Sandoval, Tunué, 2012
A undici anni l'immaginazione ha una potenza straordinaria. Non si è più bambini, non si è adulti e non si è ancora ragazzi. Pepe è un ragazzino, che immagina e sogna fantasie che possiedono l'innocenza dell'infanzia, ma che sono anche mischiate alle paure dei grandi.
Crescere è un processo complesso, per alcuni possono volerci anni, tante esperienze, tante storie, per altri basta una notte, un attimo, un sogno. Per Pepe è dura all'inizio, perso in un mondo che non conosce, dove tutto è diverso da come appare, ricordandogli che lui in fondo è solo un bambino. Anche a noi qualche volta in passato è successa la stessa cosa: prendere consapevolezza di essere piccoli, piccolissimi. Eppure proprio per questo i bambini sono straordinari, perché a questa presa di coscienza si ribellano e ci provano lo stesso: dopo lo sgomento iniziale viene il coraggio. E questa spinta tipica dell'infanzia porta Pepe a scoprire quel suo mondo fantastico interiore, meraviglioso e terribile allo stesso tempo. Perché Pepe non è più un bambino, è nel mezzo.
Quando si è bambini il mondo degli adulti appare lontano e ingarbugliato, ma quando ti avvicini ne intravedi le storture, la crudeltà, il dolore. E prima che ce ne rendiamo conto, anche noi, come Pepe, perdiamo l'innocenza e diventiamo colpevoli.
Alla fine del sogno Pepe è disperato, con una sola, incrollabile e amara certezza: non possiamo essere salvati. Il tempo non può essere fermato: un attimo prima sei un bambino, quello dopo un adulto. Dobbiamo imparare da soli a convivere con le nostre paure, i nostri ricordi.

La storia è raccontata da Pierre Paquet e illustrata da Tony Sandoval.
Non è sempre semplice seguire il filo della storia. Più volte il lettore, assieme a Pepe, si perde tra i vari mondi oltre-il-muro perché non sa dove effettivamente l'autore ci voglia portare. Il sogno è confuso, abbozzato, così anche la narrazione, e diventa difficile capirne il significato prima delle ultime pagine. Credo che sia un po' troppo visionario e metaforico per un ragazzo, io stessa ho dovuto leggere la storia più volte. Eppure anche se alla comprensione della storia in sé si arriva solo alla fine, ci sono alcuni episodi ugualmente apprezzabili e godibili, come la storia dei due innamorati, in attesa uno dell'altra in due posti diversi.
Un elemento che potrebbe spingere un ragazzino ad avvicinarsi a questo albo è indubbiamente il disegno di Tony Sandoval, che a tratti, come la storia, è chiaro, colorato e morbido, a tratti oscuro, grottesco, astratto. E' proprio il disegno di Sandoval ad avermi spinta a questo albo, collocato in una collana che gli rende certamente giustizia, i Tipitondi di Tunué.

giovedì 14 febbraio 2013

Regalare libri d'amore a S. Valentino ?

Dal momento che San Valentino fu un vescovo romano del terzo secolo che venne flagellato e decapitato, non sarebbe forse più opportuno festeggiare la ricorrenza accompagnando la tua ragazza ad assistere ad un brutale omicidio?  Sheldon Cooper, 3x15, TBBT
Gironzolando in diversi blog  ho trovato alcune liste di libri consigliati per S. Valentino.
La mia domanda è stata: perché qualcuno dovrebbe regalare dei libri come pegno d'amore?
Beh, perché si vuole restare in tema con la giornata, l'amore, oppure perché si spera che regalando libri che parlano di amori romantici e irreali alla nostra dolce metà essa possa apprendere per osmosi. O forse perché sappiamo che non leggerà mai quel libro, mentre noi si.

Ho trovato le liste di libri interessanti, contenti spesso dei classici già letti e ri-letti, ma anche altri libri più moderni.
Eppure io non regalerei mai un romanzo d'amore al mio compagno/a. Tralasciando che se volessi regalare un libro ( o comunque fare un regalo),  regalerei almeno qualcosa che gli possa effettivamente interessare, non vedo proprio il motivo per cui regalare un romanzo amoroso; secondo me la lettura di questo tipo di storie può essere piacevole sopratutto a noi che li sfogliamo (in rete o in libreria) e scegliamo.

Per me S. Valentino non è una festa, ma solo un'occasione per chi ha voglia di fare qualcosa. Il regalo ideale è un piccolo gesto, niente di più: un cioccolatino, una frase, uno sguardo, un "io non ti regalo niente perché non c'è bisogno di dire niente oggi che non si possa dire gli altri giorni".

Per questo io, se dovessi consigliare cosa regalare proprio il giorno di S. Valentino, segnalerei tre piccoli, semplici e bellissimi libri per bambini. Da regalare al termine di una bella giornata, al termine di una cena o di qualsiasi altra cosa abbia fatto quella coppia.
Questi perché si leggono d'un fiato, perché contengono piccole grandi verità, perché sono proprio belli da sfogliare.

Una lunga storia d'amore, Laetitia Bourget, Mottajunior


Tutte le belle storie finiscono con un "E vissero felici e contenti".
Ma dopo cosa succede ?
Come sarà l'amore una volta che lei si sarà sciolta i capelli, tolto il vestito da principessa per indossare gli abiti di tutti i giorni ? E lui sarà bello valoroso anche mentre russa e non vi lascia dormire?
Una bellissima storia sull'amore e sulla vita di coppia "dopo".










Io, Philip Waetcher, Aliberti

"Io sono grande. Il mio cuore è grande e io sono sempre pronto a divertirmi".
Si può stare benissimo da soli: si va a scuola, si esce con gli amici, ci si diverte. Ci si gode la vita.
A volte però scatta qualcosa in noi, che ci fa correre attraverso la città, attraverso i prati, attraverso tutto. Per arrivare da te.












Due che si amano, Wolf Elrbruch, E/O edizioni

"L'amore, e tutto quel che gira intorno a cosa sia l'amore, è difficile da definire. Solo una cosa sembra chiara: è qualcosa che ha a che fare coi baci e robe del genere. Due che si amano, in ogni caso, è un libricino per tutti quelli che si fanno domande sull'amore. Su chi voglia, possa e persino debba baciare chi. Sul prima e sul dopo. Sul vedersi, sullo star bene e sul lasciarsi. I versi di Jürg Schubiger e le immagini di Erlbruch ricordano a tutti gli innamorati che, tutto sommato, l'amore è più bello che difficile, e non dovremmo dimenticarlo mai."
(dal sito)

Ho potuto solo sfogliare questo libro, ma lo consiglio caldamente ( sopratutto per via degli autori).







mercoledì 13 febbraio 2013

E tu dove prendi i libri ? In libreria o...in biblioteca ?

Jacopo Cirillo ha scritto un divertentissimo articolo su Finzioni, sui diversi modi di approcciarsi all'acquisto del libro. 
Dove e come ci procuriamo la materia prima ?

Tanti libri, pochi soldi. 
Solo alla Feltrinelli (/altracatena) di fiducia ? 
Allora siete ganzissimi mainstream, incubo di tutti quei librai-fantocci istruiti a vendere solo best-seller. 
Preferite la sconosciuta e polverosa libreria di quella traversa senza nome ? 
Complimenti, siete i tanto vituperati indie! Collezionisti di libri anonimi di cui nessuno sente la mancanza.
Comprate i libri solo su amazon?
Siete quelli tecnologggici, i mouse da biblioteca: i libri si comprano solo nel web!
Vi approcciate ai libri solo in periodo di saldi? 
Siete oculati risparmiatori: il corrispettivo di quelle casalinghe che collezionano i buoni sconto dei detersivi.

Io invece sono un mix di tutto questo.

IO PRENDO I LIBRI IN BIBLIOTECA.

Un po' sono di parte, lo ammetto: sono una bibliotecaria (senza biblioteca al momento).
Un po' no: da anni la biblioteca è sempre stata un comodo e sicuro rifugio ( per il mio portafogli sopratutto).
In biblioteca:

  •  Trovo di tutto e di più: dall'ultimo romanzo segnalato a Fahrenheit, al best-seller del momento, al saggio per l'università, allo sconosciuto libro che qualche autore locale ha voluto donare alla biblioteca come segno di magnanimità. 
  • Trovo il bibliotecario: a volte fonte inesauribile di preziosi consigli di lettura, altre: noioso e strambo figuro convinto che i libri siano il suo tesssoro ( in questo caso, ma solo in questo caso, potete divertirvi a disordinargli gli scaffali: è la cosa più cattiva che potete fare a un bibliotecario).
  • Posso stare quanto voglio: girovagare, spulciare, sfogliare, sedersi, leggere...e nessuno vi dirà niente. Nessun obbligo di comprare, nessuno sguardo pressante sulla vostra schiena ( o sul vostro portafogli).  
  • E' gratis: davvero. Quindi niente stress: basta coupon, newsletter di saldi libreschi, offerte che durano solo 3 ore dopo la mezzanotte. 
  • I libri saranno sempre lì: al loro posto, nel loro scaffale, in attesa del prossimo lettore ( o ancora di noi). Ciò gioverà alla vostra libreria personale, se come la mia, oramai è quasi giunta al punto di non ritorno. O alla vostra stanza doppia in condivisone. O al vostro monolocale di 20x20. 
  • E' l'ideale per i lettori onnivori. Basta ansia da:
    "Lo compro o non lo compro? E se poi è brutto?/Non ho i soldi/ Quanto lo vorrei/ Chissà com'è questo ennesimo best-seller
    In biblioteca puoi leggere di tutto e decidere dopo se vale la pena comprare, se il libro merita di stare tra i MIEI figli libri.
Solo dopo, quando avrò: tempo / voglia / soldi  deciderò se compare i libri. 
E a questo punto credo che al lettore-acquirente si dovrebbe aggiungere una tipologia:

Compri i libri sulla spinta dell'emozione del momento, solo per la gioia di averlo trovato?
Allora sei:
L'EMOTIVO: colui che, avendo già letto moltissimi libri in biblioteca o altrove, appena trova IL libro non può far altro che comprarlo. In barba al denaro, al luogo, al periodo e ad ogni piano mentale contorto degli altri lettori. 

martedì 12 febbraio 2013

Qualcuno salvi le facoltà umanistiche: Non per profitto, Martha C. Nussbaum

Nel libro “Non per profitto” Martha C. Nussbaum lancia un grido d’allarme: salvare la cultura umanistica.  
Perché ? 
Perché la democrazia è in pericolo. 
Il punto di partenza è questo: la scienza studiata correttemente è amica degli studi umanistici. 

Tuttavia, la spinta al profitto ha indotto molti leader mondiali a pensare che la scienza e la tecnologia siano le uniche cose che contino. Tralasciando il fatto che in Italia molto democraticamente non conti nulla in fatto di ricerca, la Nussbaum denuncia una tendenza crescente nel mondo: favorire solo gli studi scientifici-tecnologici al fine di far progredire il proprio paese, ovvero incrementare il PIL. Ma cos’è il PIL ? E’ l’indicatore della crescita economica ed era lo standard con cui gli economisti stabilivano la qualità della vita nel paese nel suo complesso. 
Chiaro ?
Gli economisti per stabilire se un paese “stava bene” guardavano unicamente alla crescita economica. 
( Il Sudafrica dell’apartheid era in cima queste classifiche dello sviluppo).
Ora esistono altri standard per fortuna, ma esistono ancora molte politiche che si rifanno a questo modello. 
In molte nazioni, tra le prime India e Cina, si tende a vedere la formazione universitaria solo in termini di vantaggi economici, quindi si favoriscono solo le facoltà scientifiche, perché producono risultati immediatamente visibili. Lo stato, le università, i dipartimenti vogliono solo una cosa: obiettivi immediati e materiali. Il modello del mercato è diventato il parametro con cui si definisce l’istruzione.
L’ossessione della crescita economica ha portato cambiamenti pericolosi nei percorsi di studi, nella pedagogia nel sistema dei finanziamenti: quelli delle facoltà umanistiche si stanno assottigliando ovunque, il che significa diminuzione del numero dei docenti e diminuzione del numero degli studenti. 
I ricercatori umanisti devono trovare spesso da soli i finanziatori: in passato gli studi umanistici venivano finanziati in modo continuativo e diretto, si dava per scontato che gli studi non producessero scoperto proficue nell’immediato, contribuivano alla vita umana in generale. Oggi non è più così.

Ma perché studiare in una facoltà umanistica? 

Per  la Nussbaum innanzitutto gli studi artistici e umanisti aiutano a pensare criticamente, danno la capacità di saper pensare oltre i localismi e di affrontare i problemi del mondo come cittadini del mondo: protagonisti e non spettatori. 
Vi è poi la stimolazione continua dell’immaginazione, da pensare non solo in senso “artistico”, ma nel pensare vere e proprie vie alternative per risolvere un problema, saper pensare fuori dagli schemi in qualsiasi realtà. 
La vicinanza empatica alle esperienze più varie aiuta a calarsi nei panni altrui.
Sopratutto le capacità intellettuali di riflessione e pensiero critico sono importanti per mantenere vive  e ben salde le democrazie. La democrazia però richiede qualcosa in più, una partecipazione attiva da parte del cittadino: se il cittadino però non sa pensare, non sa guardare oltre il suo piccolo orto di interessi, cosa se ne fa della democrazia ?
Automi ?
Il rischio delle nazioni è quello di essere abitate da persone che non hanno imparato ad essere critiche nei confronti dell’autorità: un clima ideale per qualsiasi tipo di dittatura, militare, intellettuale, commerciale.
Quest’ultime hanno da trarre tutti i vantaggi: da una parte alimentano la cultura scientifica per ricavarne solo ed unicamente profitto, dall’altra indeboliscono la democrazia per poter manovrare meglio le persone, propinando prodotti di cui non si ha bisogno, ma sopratutto chiudendo gli occhi alla gente e spegnendo ogni pensiero che sia possibile una vita diversa. 
Secondo Martha Nussbaum i rischi della democrazia sono: scarsa capacità di ragionamento, provincialismo, fretta, inerzia, egoismo e povertà di spirito. L’istruzione volta solo al tornaconto sul mercato globale esalta queste carenze, producendo grettezza e docilità che minacciano la vita della democrazia. 
Bisogna insomma costruire un mondo degno di essere vissuto, vedere gli esseri umani allo stesso modo, a tutto tondo.

Un parere 
Quando ho letto questo testo mi aspettavo altro sinceramente, ragioni valide per continuare a studiare la storia, le lettere, le arti. Ho trovato altro, ma ne sono rimasta ugualmente soddisfatta, anche perché è stato il primo testo di questo tipo cui mi sono avvicinata.
Immaginazione
Consiglio di leggerlo a chi vuole capire in che direzione culturale-economica sta andando il mondo. 
Anche se dal testo mi aspettavo qualcosa in più, qualche soluzione forse. Credo profondamente nell'importanza della cultura umanistica, non solo perché, come dice la Nussbaum, la democrazia è in pericolo e ci sia quindi un effettivo bisogno di cultura vera (basta guardare alla situazione politico-sociale-economica  odierna), ma anche perché il mondo di oggi, l'era della comunicazione, si basa al 90% su questo: evasione dalla realtà, ricerca dell'altro, del diverso da noi. Per quanto poi alla gente l'industria culturale non propini altro che falsi miti e falsi ideali, alla base dell'uomo moderno c'è questa continua tensione a voler essere altro, ad immaginare. 
E' questa, a mio parere, la potenza della cultura.


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