Un impegno che è quasi un appuntamento, che hai fissato tanto tempo fa, con quella/quello che sembrava una persona interessante.
©Silvia Schwa |
E una volta arrivato all'appuntamento ti rendi conto che qui si tratta di una cosa seria.
Lo capisci dopo le prime parole, dopo le prime righe, che qui non hai davanti il solito libro dalla copertina ammiccante, il carattere grosso, la quarta di copertina sfacciata. (Sfacciata perché ti ha già detto tutto: nomi, amori, finale che non finisce)
No.
Leggere Infinite Jest è un appuntamento fisso, a intervalli irregolari.
È una di quelle letture che sai che non sarà una sveltina e basta. Sarà una cosa seria, potrebbe andare avanti per mesi.
Però tu già lo sapevi che sarebbe stato così.
Te l'avevano detto gli altri ma l'avevi comunque già capito da solo: tutte quelle parole, quelle note, quel non-spazio tra un paragrafo e l'altro.
Eppure ci hai provato lo stesso. Ti sei preparato: una sedia comoda, gli occhiali, la penna, la matita. Ti sei lanciato in questa sfida prendendo in mano il libro con una sicurezza che non credevi di avere, tenendolo in grembo con grande delicatezza. E poi l'hai aperto, con la prima pagina tra le dita della mano sinistra, mentre la destra accarezza dolcemente il dorso delle restanti 999 pagine.
Ed è stato proprio come dicevano. Impegnativo. Infinite Jest ti sorprende, ti stuzzica, ti ricorda perché ami leggere. E poi ti stende, proprio a te, lettore incallito: sei costretto a rileggere. Rileggere. Che forse ti è successo una o due volte, quando tentavi di leggere, guardare il telefime cucinare nello stesso momento.
Comunque. Rileggere perché Infinite Jest non è come gli altri libri, no. Ti costringe a ritornare sui tuoi passi, a ponderare, a creare collegamenti per capire come finirà.
Infinite Jest merita. Merita tempo, concentrazione, attenzione.
Non è una sveltina, è una cosa seria.
Questo è stato per me Infinite Jest dopo le prime 81 pagine.
Necessariamente in pausa, fino a quando il libro non farà una cura dimagrante.
se siete interessati a partecipare al gruppo di lettura di Infinite Jest, lo trovate su facebook.
Fantastico il finale :)
RispondiEliminaNon ho mai avuto l'input di prenderlo in mano... Non per paura, timore reverenziale, ma proprio per disinteresse.
Magari verrà il giorno...
La necessità di rileggere mi è capitata con Antunes, costantemente.
Un libro con cui voglio mettermi alla prova è "La vita, istruzioni per l'uso" di Perec.
A me invece ha sempre affascinata tantissimo. Perché ho letto "Considera l'aragosta". È tosto, niente da aggiungere.
EliminaSui libri con cui voglio confrontarmi...ciaooo...ho una "trilogia" di Terzani che mi aspetta da Natale più altri...
Cmq adesso mi segno anche quello di Perec :P