lunedì 10 febbraio 2014

L'ultimo ballo di Charlot, Fabio Stassi

Ecco uno di quei libri che una volta finiti ti viene l'irrefrenabile voglia di chiamare l'autore per ringraziarlo di aver scritto una storia così meravigliosa.

L'ultimo ballo di Charlot,
Fabio Stassi, Sellerio, 2012
Di cosa parla?
È una ricostruzione verosimile della vita di Charlot, o meglio di quei buchi nella sua vita dove si suppone. Una storia che è un intreccio tra reale e immaginato di uno dei più grandi personaggi del '900.

Non conosco e non conoscevo bene questa figura.
Come molti ho visto alcuni suoi film, ma con lo spirito del tanto per.
Ci sono opere, attori, scrittori, registi etc che sono talmente "ingombranti" che non conoscerli almeno in minima parte ti fa sentire colpevole.
Ecco Charlie Chaplin per me è uno di questi.

Mi sono avvicinata a questo libro con curiosità: tutti hanno parlato molto bene del Charlot di Fabio Stassi. Il libro ha superato la selezione del Premio Campiello (non che per me conti molto il premio in sé), ma ancor prima di questo è diventato caso editoriale al Salone di Francoforte perché gli editori stranieri ne hanno acquistato i diritti.

Anch'io una volta finito il libro sono rimasta conquistata da questo autore, dal suo personaggio e dalla sua scrittura.

La storia racconta i vagabondaggi di Charlie Chaplin per le strade, prima in Inghilterra e poi in America, e di tutti i personaggi che incontra, i mestieri che fa, le storie che scopre. Questa parte del libro è molto bella perché Fabio Stassi entra perfettamente nel personaggio di Charlot, o almeno te lo fa credere: leggendo ti pare di sentire proprio lui parlare. Forse perché quello che fa, le azioni che compie, le battute che dice sono perfettamenti coerenti con il personaggio che anche noi conosciamo.

Io non so quanto ci sia di vero nella storia, quanto sia basato su indizi e quanto invece sia stato creato da zero da Fabio Stassi. So che però mi importa poco. La storia raccontata è bella, leggendo è come essere il compagno silenzioso di Charlie, poco importa che di cognome faccia Chaplin: lui racconta e noi siamo lì, in attesa della prossima avventura in treno, nel circo, in tipografia, in una palestra di boxe, a Los Angeles...

era molto più che leggere: io smontavo i libri e li rimontavo.
E quello che non mi aspettavo da questa storia è che ci fosse un cerchio che si chiude. Un po' forzato, ma appagante: gli estremi di due fili che si ricongiungono dopo molto tempo.

L'unica parte che non mi ha convinta fino in fondo è stato l'espediente della morte, anche se nel finale tutto, di nuovo, si spiega.

Questo è un bel libro che mi sentirei di consigliare a tutti, perché non si rimane delusi.
Per leggere come potrebbe essere nato Charlot, o comunque per leggere una bella storia, delicata e a tratti malinconica.
È uno di quei libri che una volta finiti ti rimane quella dolce sensazione che a questo mondo c'è ancora posto per i sogni e per le persone gentili.

1 commento:

  1. Ciao, ti andrebbe di dare uno sguardo al mio blog dove ho appena pubblicato un post su un opera di Johann W. Goethe, che considero uno dei miei scrittori preferiti?1 Mi farebbe piacere sapere che ne pensi visto che sono alle prime armi. Ti ringrazio. Alessia

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