Oggi sul Corriere della sera c'era un articolo di Ernesto Galli della Loggia ( storico, giornalista, editorialista del Corriere ), Foto di gruppo con centurioni.
Nonostante tutti i suoi titoli ho trovato l'articolo un po' stiracchiato. Parla della decadenza del paese, della penosa classe politica, della gente che non è più quella di una volta etc etc.
Un Paese senza regole, abbandonato a se stesso. Un Paese che si sfilaccia nella vitalità dei propri antichi vizi, avviandosi a una sciatta decadenza.
Tutte cose giustissime, sopratutto riferite a Roma, una vera giungla e un inno all'anti-meritocrazia e al nepotismo. Ma nonostante tutto non mi è piaciuto il tono, sopratutto il secondo capoverso.
La biblioteca del Senato è questa.Lo sfilacciamento italo-romano comincia dentro e intorno ai Palazzi del potere, come mostra una piccola esperienza personale. Da settimane frequento la biblioteca del Senato. Un'importante biblioteca che dispone anche di fondi molto rari: per certe materie tra le primissime d'Italia. Come dovunque tutte le istituzioni di questo tipo, essa è riservata agli studiosi. Il che vuol dire che non può essere adibita a una sala di studio qualsiasi, ad esempio per studenti universitari i quali vengano a prepararci gli esami portandosi i propri libri e blocchi d'appunti (e se no le biblioteche d'ateneo che ci stanno a fare?). E infatti all'ingresso della biblioteca del Senato fa bella mostra di sé un cartello che vieta l'accesso a questo tipo di frequentatori. Risultato? Nessuno: perfino all'interno di una delle massime istituzioni della Repubblica le regole ci sono sì, ma non per essere rispettate. E così la sala di consultazione di cui dicevo è abitualmente affollata da ventenni con la loro brava bottiglietta di minerale appoggiata sul tavolo.
Ora. Il signor Ernesto Galli della Loggia si lamenta della decadenza del paese e sceglie di iniziare proprio dalla biblioteca del Senato che da qualche tempo sta frequentando. Biblioteca che per lui dovrebbe essere riservata agli 'studiosi' e non agli 'studenti'. A parte che non esiste il titolo di 'studioso', ma nel regolamento della biblioteca l'unico obbligo è aver compiuto 16 anni e aver fatto la tessera.
Poi è evidente che il signore non conosce la realtà dell'Università, non più, e delle biblioteche universitarie. Dove devi arrivare la mattina presto per aver un posto. Dove in periodo di esami puoi anche scordarti di andare in biblioteca. In biblioteca non vai solo per prendere libri a prestito, vai per studiare da solo, per studiare con gli altri, perchè è più comodo che studiare a casa ( dove devi fare lo slalom tra coinquilini casinisti e familiari impiccioni).
E poi il signore si lamenta che i 'ventenni' non rispettano il regolamento, ovvero portano i loro libri, i loro appunti e anche l'acqua, e nessuno li richiama. Mi viene da ridere. Perchè è la prassi in quasi tutte le biblioteche. In alcune sarebbe vietato, ma tutti chiudono un occhio di solito. Perchè? Perchè non ha senso. Ho parlato con diversi bibliotecari chiedendo se potessi portare acqua e libri e mi hanno sempre detto " Non si potrebbe ma porti lo stesso, tanto non fa male a nessuno". L'acqua potrei anche capire, i libri no. Perchè non cambia assolutamente nulla. Tutto quello che si chiede è un posto dove stare seduti e poter studiare, basta.
Comunque, caro signor Ernesto Galli della Loggia, cosa dovremmo fare? Intervenire con forza e far sloggiare gli studenti dalla 'sua' biblioteca? Lasciare quasi tre piani solo a 'studiosi' e senatori (sempre se ci entrano)? E quante sono queste persone? Ma sopratutto, cosa si guadagnerebbe da un intervento simile? Forse la pace dei presunti studiosi, sicuramente una biblioteca meno viva, meno presente, meno sentita. Invece, dal momento che è già così frequentata (con diversi intenti) non si potrebbe fare qualcosa in più per valorizzare il prezioso materiale della biblioteca? In modo che non rimanga ad uso esclusivo dei soli studiosi, come sempre. Si faccia qualcosa perchè i fondi antichi vivano, non perchè muoiano lentamente, assieme alla biblioteca.
Mi viene sempre il prurito quando sento/leggo di interventi simili. E' il tipico atteggiamento da intellettuale: intelligente, grande pensatore, professore... ma fuori dal mondo vero, quello delle cose di tutti i giorni.
E poi il signore si lamenta che i 'ventenni' non rispettano il regolamento, ovvero portano i loro libri, i loro appunti e anche l'acqua, e nessuno li richiama. Mi viene da ridere. Perchè è la prassi in quasi tutte le biblioteche. In alcune sarebbe vietato, ma tutti chiudono un occhio di solito. Perchè? Perchè non ha senso. Ho parlato con diversi bibliotecari chiedendo se potessi portare acqua e libri e mi hanno sempre detto " Non si potrebbe ma porti lo stesso, tanto non fa male a nessuno". L'acqua potrei anche capire, i libri no. Perchè non cambia assolutamente nulla. Tutto quello che si chiede è un posto dove stare seduti e poter studiare, basta.
Comunque, caro signor Ernesto Galli della Loggia, cosa dovremmo fare? Intervenire con forza e far sloggiare gli studenti dalla 'sua' biblioteca? Lasciare quasi tre piani solo a 'studiosi' e senatori (sempre se ci entrano)? E quante sono queste persone? Ma sopratutto, cosa si guadagnerebbe da un intervento simile? Forse la pace dei presunti studiosi, sicuramente una biblioteca meno viva, meno presente, meno sentita. Invece, dal momento che è già così frequentata (con diversi intenti) non si potrebbe fare qualcosa in più per valorizzare il prezioso materiale della biblioteca? In modo che non rimanga ad uso esclusivo dei soli studiosi, come sempre. Si faccia qualcosa perchè i fondi antichi vivano, non perchè muoiano lentamente, assieme alla biblioteca.
Mi viene sempre il prurito quando sento/leggo di interventi simili. E' il tipico atteggiamento da intellettuale: intelligente, grande pensatore, professore... ma fuori dal mondo vero, quello delle cose di tutti i giorni.
Ernesto Galli della Loggia |
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