Jane Austen, le sorelle Bronte, Dumas, Flaubert...i classici della narrativa per eccellenza. Mi piacciono queste storie piene di pathos, di corsetti e cappellini, spade e giuramenti, sentimenti esageratamente romantici.
Il Conte di Montecristo che complotta per quattro volumi ( nella vecchissima edizione economcia della Bur), le protagoniste austeniane che cercano eternamente un buon partito da sposare, la sfortunata Jane Eyre, il prode (e a volte ottuso) D'Artagnan, gli intrepidi cavalieri di Walter Scott. Potrei metterne all'infinito.
Torno a leggere questi romanzi ciclicamente per immaginare come doveva essere vivere nell'Ottocento per poter partorire romanzi così romanticamente complessi e assurdi nelle loro trame. E' divertente leggerli alla luce di tutto quello che ha portato il Novecento.
Leggerli è come ubriacarsi di vino rosso, un leggero mal di testa e quell'odore amarogonolo che ti rimane addosso per qualche giorno.
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