Sono stata a lungo indecisa su questo post.
Prima di essere un'aspirante bibliotecario avevo in mente tanti titoli che volevo far leggere ai miei incerti-figli: dai libri per bambini, ai libri per ragazzi, ai mattoni della letteratura italiana o straniera.
Da quando ho iniziato il corso-per-bibliotecario comunque i libri dei miei poveri figli sono quadruplicati: ho scoperto il fantastico mondo dell'editoria per ragazzi, immenso.
Se prima avrei voluto far leggere la Pitzorno, o i libri degli Istrici della Salani, o i fumetti come Topolino, adesso sono entrati prepontemente gli albi illustrati, i favolosi e furbi albi illustrati. Ce ne sono di spettacolari, ma sopratutto per tutte le età.
Se prima avrei fatto conoscere i libri ai miei eventuali figli solo alle elementari, adesso farò conoscere loro i libri appena nati, come vorrebbe il progetto Nati per Leggere.
Comunque il succo è che ho scoperto tantissimi libri che da piccola mi sono persa o che non esistevano ancora. Tra tutti i libri ne ho letto uno che ho pensato di far leggere assolutamente al mio eventuale figlio maschio pre-adolescente, ovvero Le memorie di Adalberto, di Angela Nanetti.
Il protagonista è Adalberto ( dal nome della nonna e del nonno, Ada e Alberto), un bambino brutto che frequenta una scuola privata con le suore, e che ha sempre assecondato i desideri della mamma, delle zie e della nonna. Un giorno fa amicizia con un bambino della scuola pubblica che lo convince a iscriversi lì, con lui, e Adalberto lo fa perchè il bambino gli è simpatico ed è il suo primo vero amico. Da qui inizia la storia vera e proprio, il cambiamento di Adalberto, la trasformazione da bambino ubbediente a quasi-adolescente che vuole prendere sue decisioni. E' divertente perchè è adattissimo per l'età, dai 9 in su, ovvero scritto in modo leggero e scanzonato, non troppo lungo, con personaggi credibilissimi e simpatici.
Lo farei leggere perchè attraverso una scrittura che non vuole farsi prendere troppo sul serio, il personaggio di Adalberto è perfetto: i suoi pensieri sono proprio quelli tipici di un bambino che cresce, senza forzature o sbavature, il suo modo di pensare è a metà tra quello di un bambino (semplice e diretto) e quello di un adolescente, apparentemente capriccioso. Oltre alla scrittura, anche la storia è carinissima: con un tono comico vengono affrontati vari temi, come la sessualità di un bambino, i problemi in famiglia, l'importanza dell'amicizia. Anche il finale mi ha sorpresa, essendo un libro per bambini l'ho trovato insapettato. Veramente carino, da far leggere all'età giusta, 9-10 anni, prima non verrebbe capito, dopo sarebbe superfluo.
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