Quando lessi questo libro non ero più tanto piccola, però desiderai esserlo. Desiderai andare ancora alle elementari, giocare con le amiche, fare i compiti delle vacanze. E avere un'amica come Prisca. Non volevo essere lei, no. Volevo solo esserle a fianco quando ne inventava una delle sue, con Elisa e Rosalba pronte a darle ( a darci nella mia testa) una mano. Anch'io volevo lottare contro la maestra Sforza, strafogare Dinosaura di gelato, farla pagare all'odiosa Sveva Lopez.
E volevo farlo con lei, Prisca: questa bambina vivacissima, dalla fantasia scatenata, irrequieta, imprevedibile, con un cuore grande così, sempre pronta a difendere i deboli e lottare contro le ingiustizie.
La mia edizione di questo libro perde le pagine, e la prima copertina (quella dov'è disegnata Elisa con lo stetoscopio in mano, con la finestrella a forma di cuore) è venuta via ed è infilata in fondo al libro per non perderla. Che meraviglia..
RispondiEliminaRicordo l'odore dell'estate in cui l'ho letto per la prima volta ogni volta che lo rileggo.