martedì 23 luglio 2013

La verità sul caso Harry Quebert, Joel Dicker

Se passate dalla Feltrinelli della stazione centrale di Milano, accanto alla classifica-dei-libri-più-venduti, vedrete almeno due file stracolme de La verità sul caso Harry Quebert.
Forse perché da qualche parte ho letto che sarebbe stato il libro dell'estate 2013.
E' vero? Vedremo a settembre.
Per adesso vi posso dire che è un libro intrigante, magnetico e interessante sotto diversi punti di vista.
E' uno di quei libri che ti prende poco alla volta, per poi sorprenderti.
Ma questa è l'editoria moderna, Marc! Gli scrittori che aspettano l'ispirazione guardando il tramonto non esistono più!
La verità sul caso Harry Quebert, Joel Dicker, trad. Vincenzo Vega, Bompiani, 2013
Di cosa parla ?
La storia ha inizio il 30 agosto del 1975 ad Aurora, cittadina del New Hampshire, quando la vecchia Deborah Cooper telefona alla polizia perché vede una ragazza addentrarsi nella foresta seguita da un'ombra scura.
Di lì a poche ore la vecchia viene assassinata e la ragazza scompare misteriosamente.
La ragazza si chiamava Nola Kellergan e il suo cadavere viene ritrovato 33 anni dopo nel giardino di Harry Quebert, grande scrittore, amico e mentore di Marcus Goldman, il nostro protagonista. Professione: scrittore. 
E' difficle dire di cosa parli esattamente La verità sul caso Harry Quebert.
Questo libro è essenzialmente diviso in due macroparti: la storia del libro e i consigli di scrittura disseminati qua e là, tra un capitolo e l'altro.

Livello zero, la storia
In questo libro c'è innanzitutto un mistero da risolvere, ovvero: chi ha ucciso Nola Kellergan?
Dell'efferato omicidio viene subito accusato il professor Harry Quebert, a suo carico ci sono prove quasi schiaccianti.
L'intero mondo bigotto americano è convinto della colpevolezza di Harry Quebert, tranne il protagonista ovviamente, Marcus Goldman.
Marcus, convinto dell'innocenza del suo vecchio amico inizia ad indagare sul caso, ficcanasando qua e là, senza risolvere molto da solo. Finché non gli arriva l'illuminazione.
Ai bravi investigatori non interessa l'assassino...ma la vittima. Lei deve informarsi sul conto della vittima. Deve cominciare dall'inizio, da prima dell'omicidio. Non dalla fine. Se si concentra sull'omicidio sbaglia strada. Deve chiedersi chi era la vittima...Si chieda chi era Nola Kellergan.
Il livello zero del libro è interessante perché più di una volta sembra di essere vicini alla risoluzione del caso. Eppure pian piano scoprire l'assassino diventa secondario, quello che si freme dalla voglia di scoprire è sapere chi erano le persone che ruotavano attorno a Nola Kellergan.

Il protagonista scrittore
Marcus Goldman è un protagonista piuttosto odioso: è il classico scrittore belloccio, con un po' di talento, un montato.
Personalmente ho riso di gusto quando è stato maltrattato da più parti.
- Temo di aver sentito male. Lei starebbe indagando? Che bella notizia! A proposito mi deve quindici dollari.
- Quindici dollari per cosa?
- E' il prezzo che ho pagato per il suo libro. L'ho letto l'anno scorso. Pessimo. Sicuramente il testo più brutto che abbia mai letto. Gradirei essere rimborsato. 
Conosciamo Marcus Goldman in piena crisi creativa: ha scritto un libro da un milione di copie vendute, si è goduto ampliamente fama&gloria e adesso deve scrivere il secondo.
E' in crisi perché è ossessionato dal successo: vuole scrivere non un semplice romanzo ma un capolavoro. Al che ovviamente il suo vecchio amico e professore Harry gli dà dell'idiota.
Per fortuna Marcus nel corso del libro cambia leggermente, diventa più riflessivo, più maturo.
Inizia a scrivere del caso Harry Quebert facendo finalmente lo scrittore: cerca, indaga, si documenta. E' interessante vedere uno scrittore in azione. Sopratutto è interessante vedere quando fa errori grossi come una casa, tu li noti, e capitoli e capitoli dopo puoi rinfacciarglieli.
E' comunque frustrante quando lui arriva prima di te alla verità sul caso Harry Quebert. Si perché per tutta la durata del libro tu sei convinto di avere la soluzione in mano: in fondo è solo un giallo, basta giocare d'astuzia e il colpevole te lo trovo subito. E invece no: scopri di essere totalmente fuori strada e di essere fatto sorpassare da quel sempliciotto di Marcus Goldman.
Qual è la verità sul caso Harry Quebert?

Amori proibiti
Quanto è sbagliato amare una ragazzina che potrebbe essere nostra figlia?
Si perché io ve lo dico ora e vi faccio un minuscolo spoiler: Harry Quebert e Nola Kellergan si amavano e il 30 agosto del 1975 dovevano fuggire assieme.
Niente di ciò che ho fatto dopo di lei ha dato alla mia vita tanto senso quanto l'unica estate che ho trascorso con lei.  
Lui aveva 34 anni, lei 15.
Alcuni credono di amarsi e allora si sposano. Poi un giorno scoprono l'amore, senza neanche volerlo, senza rendersene conto. E gli esplode in faccia.
L'editoria brutta e cattiva
In questo libro si parla molto di editoria, strategie editoriali, marketing editoriale. Non so quanto Joel Dicker, nato in Svizzera, conosca il mondo editoriale americano, però lo tinteggia abbastanza bene.
La fa da padrone Barnaski, editore, classico uomo d'affari senza scrupoli che a colazione si mangia bambini e cereali. Io però ho adorato il suo personaggio.
E' un genio del male, pretende tutto quello che gli è dovuto, è realista al 1000%, non si vergogna mai di essere quello che è: un editore, ovvero, un uomo che con i libri fuori fare soldi.
Barnaski chiama, strepita, urla, imbroglia, maltratta Goldman (evviva!) però lui vuole vendere libri e li vende. La cosa positiva è che per farlo non bada a spese.  
Queste parti mi sono piaciute perché illustrano bene il mercato editoriale e i lettori. Il pubblico di Barnaski e di Goldman non leggono perché amano leggere ma perché vogliono sapere di più e leggere è solo un mezzo, consapevoli che un libro offre molto più di uno show qualunque. I lettori cercano una lettura morbosa, ma sta a Goldman scegliere se scriverla. E' degradante scrivere una storia simile? Forse, però se sei tu a scriverla puoi decidere cosa e come scrivere. 
Barnaski è uno stronzo ma sa di cosa parla.
Eh no, su questo si sbaglia, Goldman: il coglione è lei! Lei vuole giocare nel campetto degli adulti ma senza rispettare le regole. Lei vuole giocare nella NHL ma si rifiuta di partecipare alle qualificazioni, e questo non sta bene.
Chi sono i tuoi vicini di casa?
Dato che l'ambientazione è un piccolo paesino, scatta meccanimente la domanda: chi conosce veramente i suoi vicini?
Joel Dicker ricostruisce bene il tessuto sociale della provincia: tutti conoscono tutti, di vista e di persona. Apparentemente, in modo superficiale... eppure basta grattare un po' la superficie per far emergere lo sporco, ovvero quello che tutti sanno ma che fanno finta di non sapere, ma anche le ossessioni, gli impulsi violenti, i rimorsi. 
I personaggi di contorno sono dei meravigliosi sempliciotti: la vecchia Tamara e il marito Robert, il bibliotecario ambizioso, lo strampalato reverendo, il riccone di paese, il burbero sergente venuto da fuori, l'avvocato senza scrupoli.
Sono davvero ciò che sembrano?

Scrivere e scrivere
Come dicevo in questo libro si parla soprattutto di scrittura.
Disseminati lungo la storia ci sono 31 consigli che Harry dà a Marcus, da scrittore a scrittore.
Sarò sincera: non sempre apprezzo l'equazione scrivere=boxare, per questo ho trovato alcuni consigli banali, imbarazzanti, vuoti. Altri però sono stati illuminanti, cose a cui non avevo mai pensato, come quando parla di appropriarsi di una parola, farla tua, in modo che quando una persona vi penserà la collegherà subito anche alla tua storia, alle emozioni che hai saputo dare.
Scrivere per vivere significa anche scendere dalla nuvola romantica e fare i conti con le scadenze, il pubblico, i conti. E' bello poter scrivere storie che secondo te sono bellissime, magari alta letteratura....ma se non hai nessuno che ti legge, che scommette su di te sei destinato a rimanere nessuno: ad alcuni può andar bene così, ma uno scrittore per definirsi tale ha bisogno di un pubblico che lo legga, che lo riconosca scrittore. Altrimenti sarà solo una persona-che-scrive.
Leggendo poi mi son chiesta: quanto c'è di Joel Dicker in Marcus Goldman?  O in Harry Quebert?
In quale dei due si identifica l'autore? Probabilmente in entrambi.
Il libro si legge velocemente pur essendo 700 pagine. Si intervallano presente e passati diversi, sotto forma di flashback, e vengono trascritte lettere, registrazioni, verbali: tutto scritto, trascritto e riscritto da Goldman.
Mi ha colpita anche l'attenzione ai dettagli di Joel Dicker: niente viene raccontato a caso.

Giudizio finale
Leggere questo libro è come giocare con le matrioske, dietro c'è sempre qualcosa.
A lungo andare questo giochino avrebbe sicuramente stancato, se non fosse stato per il misterioso Luther Caleb. Fino a quel punto avevo letto un normale giallo, poi si è finalmente fatto interessante. E quando sono arrivata alla fine c'è stata l'ultimo segreto rivelato, il colpo che ti manda KO come direbbe Harry Quebert, che è stata quello che mi ha fatto apprezzare il libro, che ha collegato tutto. Senza avrei giudicato questo romanzo sopravvalutato.
Certo non è un capolavoro, ma è comunque un bel best-seller, meritato per una volta.

Lo trovo perfetto da leggere in spiaggia o sulla veranda aspettando l'agognata brezza notturna o sul treno per alienarsi totalmente da vicini impiccioni.

10 commenti:

  1. Wow! Con una recensione così, come può non venirmi la voglia di leggerlo??? Lo metto nella lista dei libri da comprare prima di partire! :)

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    1. Spero che ti piaccia, poi dimmi cosa ne pensi :D !!

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  2. L'ho letto ... una noia mortale!! Sono arrivata alla fine del libro sfiancata.
    Laura

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    1. Beh succede, a me è piaciuto ^^

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    2. Credevo di essere l'unica al mondo a cui non è piaciuto!!! D'accordissimo con Laura, sembra che l'autore alla fine non sappia più cosa inventarsi , un colpo di scena via l'altro, che invece di stupire rasentano il ridicolo..... si resta incollati alla pagina perchè ci si chiede fino a che punto si arriverà per giustificare il malloppo delle 770 pagine.
      Daniela

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  3. Io l'ho trovato appassionante, letto in tre giorni e una notte ( lavoro, quindi il tempo e' risicato ) tanto che mi sono ordonata il primo libro dell'autore pubblicato solo in francese. Veramente un bel libro questo su Harry Quebert, soprattutto non indulge a inutili descrizioni di sesso o di sezionamenti di cadaveri. Ti fa intuire le situazioni non te le spiaccica davanti. Una scrittura appassionante ed elegante

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    1. Perfettamente d'accordo con Stefano, non e' necessario sapere nei particolari ogni cosa. Un thriller e' un thriller non un giornalino porno o un trattato di anatomia.

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  4. A me è piaciuto molto, ben costruito e con un finale che non ti aspetti, nonostante l'autore ti porti passo passo con sè a scoprire ognuno dei tanti misteri che si nascondono in questa piccola città.
    Assieme a "Il Dono del buio" (fantastico!) mi ha fatto compagnia mentre stavo in vacanza.

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  5. Come già altri, ho terminato questa lettura in pochi giorni, quattro per essere precisa.
    La trama è avvincente è nonostante l'intento ripetuto di imprimere nel lettore l'idea di aver finalmente compreso la fine, la ragnatela appare per nulla forzata. Lo stile è semplice, scevro da inutili elaborazioni del testo, scorrevole; se fosse stato altrimenti, 700 pagine sarebbero state difficili da mandar giù.
    Unico difetto a mio avviso, sono i due personaggi di Tamara e della mamma del protagonista, parodiati in modo esasperato e poco credibile.
    Lettura tuttavia fortemente suggerita agli amanti del genere.

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  6. Io non ho capito bene un aspetto, proprio all'ultima pagina. Ma alla fine fa pubblicare il libro sui gabbiani a nome di Luther e nn dice niente del furto di Harry? Alla fine Luther è stato uno dei personaggi più belli, meritava di ricevere i giusti onori

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