martedì 19 marzo 2013

Leggere shoujo manga fino alle due di notte

Più un breve resoconto sul Cartoomics, (non eccezionale).
Bokura Ga Ita, Obata Yuuki, Flashbook


Prima due parole sul Cartoomics.
Come avevo detto quest'anno mi aspettavo molto di più.
Invece è stato un Cartoomics così così. Forse sono io che sto invecchiando e le fiere del fumetto non mi entusiasmano più come una volta, forse è stato il tempo brutto e inclemente, la scomodità del luogo, fatto sta che non è stato nulla di eccezionale.
Andiamo con ordine.
E' iniziata come una tipica giornata milanese, cielo grigio e strade grigie.
Sul passante abbiamo incontrato visibili visitatori, ovvero nerd con zainetto e cosplayers un po' tristi (con parrucche di terza mano cinese miste a un'accozzaglia stramba di abiti normali e pezzi di cartone colorati).
Giunti a Rho, ecco il primo disappunto alla biglietteria: una folla incredibile di gente in fila. Per fortuna gli sportelli aperti erano molti e la fila si smaltiva in fretta, tranne quando si incappava in adulti con pargoli al seguito: in questo caso la fila si stoppava bruscamente (e per parecchio) perché scattava la verifica delle carte d'identità e la compilazione di relativi moduli.
Sportelli appositi per questi poveri genitori guardati male da tutti ?

Gadgets tentatori
Il Cartoomics si girava in poco tempo.
Nonostante il luogo ampio gli stand erano pochini e tutti appiccicati.
Gli stand mi hanno un po' delusa: tantissimi ricolmi di gadgets tutti uguali, con gli stessi prezzi. Che senso ha ?
Gli stand con i fumetti erano invece un po' pochi, alcuni piccoli altri grossi. Più sono grossi e più alzano i prezzi, fantastico.
Comunque dopo anni ho finalmente comprato di nuovo dei manga, qualche numero a metà prezzo di Bokura Ga Ita, una serie shoujo che avevo iniziato anni fa e di cui ho sempre rimandato la prosecuzione.
Ho cercato anche qualche albo disney, ma nulla. Ho trovato un bellissimo cofanetto di MM. L'avevo preso in mano adorante, sperando di aver trovato l'affare: un'illusione è durata poco, costava 100€. 
Accanto al padiglione Cartoomics c'era quello di Ludica, con giochi da tavola, modellismo, games. Questa è stata la parte più bella per me. E' stata pensata per i bambini, infatti le attività per loro non mancavano, però c'erano anche parecchi "grandi" a fare ohhhhh e ahhh di fronte alle costruzioni Lego, bellissime, al Meccano, complicati orologi con meccanismi a vista, c'erano poi i giochi giganti come dama, scacchi, jenga...senza contare l'angolo dei veri e propri giochi di società, dove si potevano provare tutti tranquillamente.
In definitiva un Cartoomics così-così.
Lago di Como fatto con i Lego
Stazione centrale di Milano fatta con i Lego
giocando a Jenga
Il signor Lego, gentleman
Cosplayers Evroniani 

L'unica cosa che mi ha illuminato la giornata è stato proprio Bokura Ga Ita.
Un'amara illusione direi a posteriori.

Bokura Ga Ita, volumi sparsi
Domenica pensavo di aver finalmente completato la serie, seppur con qualche buco.
Sul treno mi sono messa a leggere piena di curiosità. E non ho più smesso.
Era da tantissimo che non leggevo manga, mi avevano un po' stufata. Poi sarà che sono invecchiata (e due) ma mi pare che nel panorama siano pochi i titoli degni di nota.

Bokura Ga Ita è per certi versi un classico shoujo: lei, Nana, una ragazza alla moda e non molto sveglia, e lui, Yano, il classico bello-da-manga con lo sguardo da furbo, che si conoscono al liceo e s'innamorano, poco per volta.
Obata Yuuki presenta classici personaggi da shoujo, ma ti lascia intuire che c'è qualcosa di sinistro nell'aria.
Dopo poche pagine del primo volume si scopre subito cos'è: la precedente ragazza di Yano è morta in un incidente, lasciandolo solo con tanti interrogativi, spezzato. Spetta a Nanami il difficile compito di riaprire il cuore di Yano.
Fino al terzo volume era carino, dolce, leggero al punto giusto. Tanto che mi sembrava potesse finire anche così, con Yano che lentamente si apre a Nanami, tanto carina quanto ingenua.

Invece dopo aver letto i numeri fino al 12, sono qua che muoio dalla voglia di sapere come va a finire.
Ho letto cosa succedeva dopo quel mio finale idilliaco, dopo la tenerezza del primo amore, perché oramai lo so bene (a una certa età poi, e tre) niente rimane bello e cristallino per sempre. Arriva sempre prepotente la vita, con piccole e grandi cose di tutti i giorni, come quando sei in mare tranquillo e arriva prima un pioggia leggera, poi il vento fortissimo, la tempesta.
Anche in Bokura Ga Ita succede quello che succede in ogni storia, alla prova della vita riusciranno i nostri eroi a salvarsi?
A differenza di altri shoujo, qui le prove da affrontare non sono rivali amorose più belle, amici infedeli...i due protagonisti devono affrontare il passato e le conseguenze, devono capire se sono all'altezza di certe situazioni, imparare a riconoscere gli errori degli altri e saperli perdonare, anche se a volte sarebbe più semplice incolpare noi stessi e nascondersi dietro un "tanto non avrei potuto far nulla, io sono fatto così".
Obata Yuuki è stata molto brava nel tratteggiare i caratteri dei personaggi, è riuscita a dar loro quella profondità che riesce a renderli vivi e reali, sopratutto Yano, tanto da oltrepassare il genere shoujo.
Con il passare dei volumi si vedono i protagonisti crescere, diventano "grandi", lavorano. Non sono più liceali ma adulti alle prese con la vita e con quei ricordi dolci e amari che ci trasciniamo dentro, cui ci piace pensare con tenerezza, come se non potremo mai più essere felici come quando avevamo 16 anni.

Ho letto tutti i volumi, uno dopo l'altro, fino alle due di notte e oltre, nonostante il giorno dopo dovessi alzarmi relativamente presto.
Non potevo fermarmi perché quando ti fai prendere da una storia non c'è verso di lasciare il libro o il volume. Oltretutto si tratta di manga, quindi ogni volume finisce con il classico colpo di scena: tutto va bene, tra alti e bassi, poi nell'ultima piccola didascalia ecco quelle poche parole che ti lasciano di sasso.
Posso solo dire: meno male che ne avevo un po' di volumi.
Nell'attesa di leggere il finale sto cercando di resistere alla tentazione di googlarlo.
Da una parte vorrei che finisse come in ogni shoujo manga e come in ogni storia d'amore: lui e lei insieme, fine.
Eppure quando un autore tratteggia così bene i personaggi e la storia, tu e i protagonisti sapete che il finale, anche se sarà un happy ending, non sarà mai davvero"felici e contenti".
Così come nella vita, dopo che tu e una persona avete litigato e vi siete feriti a vicenda, il rapporto non sarà più allegro e spensierato come un tempo, ma si evolverà in qualcos'altro.

In definitiva un bel manga, anche se devo ancora finire di leggerlo e magari cambierò idea. Per adesso sono rimasta coinvolta, anche se riconosco alcune critiche, ovvero a volte un po' deprimente, ma godibile lo stesso.


1 commento:

  1. "Bokura ga ita" è l'unico anime che è riuscito a farmi piangere. Anche io devo recuperare il manga prima o poi.

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