sabato 18 febbraio 2012

4. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano

Ops. Ho saltato un giorno.

4. Il libro più brutto che tu abbia mai letto.
La solitudine dei numeri primi.
Di solito quando leggo un libro che non mi piace, lo lascio, non lo finisco. Questo però l'ho letto tutto intenzionalmente. Era il periodo in cui tutti ne parlavano, tutti erano entusiasti di questo libro, il caso letterario dell'anno. Volevo capire perchè piacesse così tanto e ho capito.
A me non è piaciuto perchè racconta il nulla. La storia è indubbiamente triste, ma questa tristezza masochista viene fatta pesare per tutto il libro. Non approfondisce niente, tanti temi solo toccati e mai approfonditi realmente. E lo stile: pessimo. Manca l'italiano innanzitutto; capisco poi che si sia voluto creare un italiano particolare, adatto ai protagonisti, ma questo esperimento per me non è riuscito, ci sono momenti in cui un po' di sintassi sarebbe stata utile. Scrivere storie tristi è difficile perchè il rischio altissimo è quello di cadere nello scontato e nel banale, cosa che è accaduta. Questo libro non mi è piaciuto anche perchè l'ho trovato furbetto per stile e la storia: creati ad hoc per piacere alle masse. Una storia tragica raccontata in un linguaggio strano, quel tanto che basta per rimanere solo alla superficie dei problemi (l'anoressia). I protagonisti non fanno altro che crogiolarsi nei loro psicodrammi, assieme ai lettori. Furbetto anche perchè il lettore si identificherà sicuramente in questi personaggi pieni di difetti ( chi non ha difetti?), che invece di affrontare la realtà preferiscono trovare modi fighi e accattivanti per raccontare le loro sventure. Il titolo è un esempio.
Per me poteva essere una bella storia. Anche lo stile se curato un po' di più poteva effettivamente essere qualcosa di nuovo. Si è preferito fare un lavoro facile e superficiale. Il resto, potere del marketing.

5 commenti:

  1. anche a me ha fatto pena, non sono neanche riuscita ad arrivare alla fine. se i protagonisti esistessero li odierei a morte

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  2. Se incontrassi persone del genere...no, non possono proprio essere reali.

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  3. aggiungo anche -come ho detto stamani ad un'altra persona - che questo libro mi ha fatto odiare la matematica e magnare senza ritegno con ancora più gusto :-P

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  4. Avevo trovato questo libro sulla mensola della mia coinquilina. Incuriosita dalle critiche positive, me lo sono sorbito tutto in una notte. Beh, non è stata una notte piacevole! La sensazione è stata quella di strappare via un cerotto. E strapparlo via inutilmente, visto che mancava pure la ferita.
    Non c´è nulla di affascinante, nulla di profondo, se non nel titolo: ammetto di aver trovato il concetto dei numeri primi piuttosto originale. Purtroppo, però, l´autore lo approfondisce in modo pessimo, facendone una svenevole giustificazione per la fastidiosa quanto autocelebrata incapacità dei protagonisti di relazionarsi con il resto del mondo.
    L´unica consolazione è che l´averlo letto mi consente di poterlo criticare con cognizione di causa.

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    1. Anche per me il titolo è affascinante, come la copertina. Un buon lavoro di marketing e di stagisti sottopagati senza dubbio XD.
      L'ho letto per lo stesse motivo, per poterne parlare sapendo di cosa si sta parlando, e purtroppo me lo ricordo sempre di cosa parla e come ne parla.

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