lunedì 18 febbraio 2013

Se ti abbraccio non aver paura, Fulvio Ervas: una bella storia, un brutto libro

Ne hanno parlato tutti, mi aggiungo anch'io.
MA NON PUOI TOCCARE LA SPALLA ANZICHE' LA PANCIA?
Mi piace la pancia
LO CAPISCI O NO CHE DAI FASTIDIO ?
Lo capisci che non posso controllarmi ? 

Se ti abbraccio non aver paura, Fulvio Ervas, MarcosyMarcos, 2012
Se ti abbraccio non aver paura è stato il libro dell'anno a Fahrenheit, è stato uno dei libri più venduti nel 2012 e a breve uscirà il film. Non c'è dubbio, la Marcos y Marcos ha fatto l'affare.

Di cosa parla
Franco, un padre, ha questa idea di fare un viaggio: attraversare gli U.S.A coast to coast, magari in motocicletta, con il figlio quasi 18enne, Andrea. Tutte le persone a lui vicine glielo sconsigliano, perché Andrea è un ragazzo autistico. Franco ascolta tutti, ma parte lo stesso: con il figlio ha provato tutte le "cure" possibili, ha sperimentato tutte le vacanze tranquille e rilassanti consigliate dai medici, ma che lo hanno lasciato sempre insoddisfatto perché Andrea è sempre Andrea, sempre autistico. Ed ecco che quindi, in barba a tutti i medici, amici e familiari, prende e parte con Andrea. I due attraversano l'America, a bordo di una Harley Davidson, poi volano verso il Messico, si perdono nelle foreste del Guatemala, arrivano in Brasile. Un intenso viaggio di tre mesi, in cui padre e figlio hanno modo di crescere e conoscersi meglio.

Andre e Franco
E' quasi impossibile non accostarsi a questo libro senza sapere che parla di autismo. Oramai ne ha parlato tutto il mondo editoriale e non: web, giornali, tv, radio strabordano di recensioni, interviste, servizi su Andrea. Quando si legge la trama poi si intuisce perché il libro sia diventato così famoso, perché la storia di Andrea e Franco abbia fatto il giro dell'Italia e si appresti a conquistare anche il mondo oltralpe. Perché racconta qualcosa di straordinario. E proprio per questo inviterei tutti a leggere in giro (avete solo l'imbarazzo della scelta) del viaggio di Andrea e Franco. Un padre che fa questa scelta così matta di prendere il figlio autistico e attraversare l'America in motocicletta è una cosa veramente grande. Io l'ho visto come un grande dono d'amore da parte di Franco al figlio: fargli vivere un'avventura vera, qualcosa che andasse oltre l'emozionante tragitto scuola-casa che Andrea poteva fare da solo su gentile concessione di scuola e medici.

Fulvio Ervas, una delusione. 

Fulvio Ervas
Ecco, hai in mano una storia così bella, così emozionante e ti ritrovi sofferente e annoiato nel leggere il libro. Date le premesse, ci aspetta una lettura senz'altro interessante. Invece tutt'altro. Lo scrittore avrebbe dovuto prendere il resoconto di Andrea e Antonello e plasmarlo, renderlo magari ancora più emozionante (con tutti i contro), arricchirlo, o farci qualche disegno qua e là, non so, fare il suo lavoro comunque. Invece si è limitato a fare quasi un mero elenco di quello che i due facevano ogni giorno: sveglia alle..., bagno, colazione, partenza, viaggio, arrivo, motel, cena, dormire. Questo libro è un diario di bordo, e Ervas, se c'è, ha solo messo il nome e copincollato il file che gli è stato inviato, correggendo qualche verbo qua e là magari. Anche le parti più emozionanti sono tali ma non per merito di Ervas, piuttosto perché sono successe davvero e tu lettore le vedi accadere nella tua testa, ti fanno pensare: sono i fatti a emozionarti, non la scrittura scarna di Ervas.
Come la storia di Jorge, ragazzo autistico che aveva per casa una baracca ai margini della foresta. Eppure rideva, guardandoti negli occhi. A Franco Jorge è rimasto nel cuore, forse perché è stato lampante quanto l'esistenza dipenda dal caso. Non si conoscono le "cause" certe dell'autismo, non c'è niente di preciso che devi evitare, succede. Però a volte succede che nasci qui, nel mondo civilizzato e puoi essere aiutato, puoi vivere una vita quasi normale; altre volte succede che nasci nel villaggio dimenticato da Dio, nessuno può aiutarti e la tua unica possibilità di vita è stare sempre sdraiato su qualche pezzo di stracci e legno chiamato letto.
E' stato frustrante leggere di Jorge attraverso le parole di Ervas.

Per fortuna per quanto riguarda Andrea ha pensato lui a parlare di se stesso, attraverso alcune frasi che hanno giustamente pensato di riportare per intero, senza intermediazioni, come la citazione sopra e questa:
Tu mi credi normale rompi palle e maleducato, io sono sensibile diverso e molto solo
Prossimamente uscirà il film, prodotto da Cattleya.

Alcuni rimandi:
Il sito di Andrea Antonello: http://www.andreaantonello.it/
La storia di Jorge: servizio delle Iene.

4 commenti:

  1. A me la storia è piaciuta molto come è stata narrata. Forse Fulvio Ervas ha fatto proprio quello che gli era stato chiesto, cioè non stravolgere il senso di questo viaggio fatto dai due. Forse il padre di Andrea voleva che correggesse gli errori e basta. Io l'ho trovato immediato e molto emozionante nella sua semplicità. Certo, già la storia, di per se era coinvolgente di suo.

    Ma davvero ne hanno fatto il film? bella notizia

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    1. Io invece ho provato l'opposto. Soprattutto nella parte in mezzo, prima di arrivare nell'America del Sud, la scrittura semplice semplice mi ha fatto venire a noia questo libro. Non so se sia perché questo è effettivamente lo stile di Ervas (ho letto solo questo suo libro), o perché gli sia stato effettivamente chiesto di scrivere così, però secondo me questa storia meritava davvero di più. Mi aspettavo qualcosa in più, come ha scritto qualcuno su Anobii, magari anche sull'autismo. Ma forse una storia simile avrebbe dovuto scriverla il padre.
      Comunque si, uscirà il film, non so quando perché sul sito di Cattleya non c'è ancora, ma sul sito della Marco y Marcos è già stato annunciato.

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  2. Cara Silvia, trovo il tuo commento e mi viene istintivo rispondere. Sono uno dei due editori di Marcos y Marcos, quello che si occupa di editing, e su questo libro ho lavorato tanto insieme a Fulvio Ervas. Il fatto che non ti piaccia è legittimo, anzi, fa parte della meravigliosa libertà del lettore; per quanto possa dispiacermi, lo devo accettare. Quello che invece vorrei precisare, dall'interno, è che non c'era un file su cui Ervas abbia lavorato correggendo i tempi verbali; c'erano soltanto degli appunti molto scarni che Ervas ha pazientemente elaborato con Franco ascoltandolo narrare a voce la storia per un anno, un intero giorno la settimana, facendogli domande, aiutandolo a mettere in fila i ricordi, cercando di intessere nel viaggio tutta la storia di Andrea, ma senza pedanterie. Il libro è il frutto di questa collaborazione strettissima e fatta con molto amore. Non ti piacerà, ma è il lavoro di uno scrittore che ha saputo profondamente ascoltare la storia di qualcuno che, da solo, non avrebbe mai saputo raccontarla. grazie per l'attenzione, Claudia Tarolo

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    1. Salve Claudia, grazie per il commento su un post così vecchio. Mi spiace ma anche a distanza di anni il libro non mi piace, proprio per come è stato narrato. La storia di Franco e Andrea invece mi è rimasta nel cuore, ho fatto ricerche, visto il loro sito e le foto, letto interviste. Credo ancora che forse sarebbe stato possibile fare di più. Mi è capitato anche di consigliarlo come bibliotecaria, assolutamente senza pregiudizi, ma il riscontro che ho avuto da molte persone è lo stesso, poco "emozionante", o "non mi dice niente...". Il che è assurdo se si pensa alla storia straordinaria che viene narrata.
      A me per prima non piacciono i libri troppo emozionanti, troppo intensi, non li sopporto, ma in questo caso forse il "senza pedanterie" è stato eccessivo, fino a farne un libro quasi di cronaca.
      Ecco perché ho pensato che in mano ad altri forse questa storia avrebbe potuto dare di più.

      Questo ovviamente è solo il mio parere e non ho assolutamente nulla contro Ervas o contro la marcosymarcos che stimo come casa editrice.

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