sabato 29 giugno 2013

Contro Hermione Granger, Loredana Lipperini: cosa leggono le bambine ?

Hermione, fan art di Flominowa.
Questa Hermione mi piace perché l'ho sempre
immaginata così:
non bellissima, ma dall'aria simpatica
(da Ancora dalla parte delle bambine.)

Quella che sto per scrivere non è una vera e propria Recensione. Credo che chiunque si avvicini ai libro abbia una vaga idea di cosa parlino, o comunque l'argomento: quali sono i modelli delle nuove bambine? Che cosa sognano di essere ? madri? Ballerine ? Estetiste ? Mogli di calciatori ? Le eroine dei fumetti le invitano ad essere belle.

Credo che siano già state scritte così tante recensioni che non credo serva anche la mia per dire che si, vale la pena leggerlo.
E' uno di quei libri che vorrei che leggessero tutte le donne, tutte le ragazze, tutte le lettrici.
Per favore, leggetelo.
Perché c'è sempre bisogno di saperne un po' di più, sapere come oltre al maschilismo evidente nella comunicazione di massa (ovvero donne ignude ovunque) esiste anche un maschilismo più nascosto, più infido, più subdolo in molti altri aspetti della nostra vita.


Ho scelto questo capitolo perché è quello che mi ha colpita di più.
Innanzitutto il titolo, Contro Hermione Granger.

Chi è Hermione ?
Hermione è un'amica di Harry Potter. L'amica secchiona, quella che legge e che si ricorda tutto.
La Lipperini la definisce "una perfetta comprimaria, ma i protagonisti sono altri". 
Qui dissento perché se c'è una cosa nota a chiunque abbia letto Harry Potter è che Hermione è uno dei protagonisti fondamentali: lei è importantissima in più di una situazione. Definirla comprimaria è un po' riduttivo. Certo mi sarebbe piaciuta vederla protagonista, ma non so se mi sarebbe piaciuta altrettanto: infatti Harry Potter, il protagonista, se la cava sempre per pura fortuna e grazie agli altri, meriti ne ha pochissimi (se non nascere un po' sfigato).
Un giorno però mi piacerebbe vedere una protagonista come Hermione, intelligente, in un romanzo ben scritto, che dia filo da torcere a una come lei.

E credo che sia questo il punto del capitolo: il destino dei personaggi femminili, creature intelligenti nei romanzi, destinate a rimanere "nascoste", a fare da spalla.
Ma questo succede quando si ha fortuna.
L'editoria infatti ha deciso di prendere un'altra strada, si è scelto di voltare le spalle alle potenziali Hermione protagoniste principali e di puntare tutto sull'eroina stereotipata: magica, bella & trendy.

Le donne leggono e scrivono tanto. Di amore più che altro.

Questo capitolo è dedicato interamente all'editoria, ovvero cosa leggono (leggevano) le bambine.
Innanzitutto un dato di fatto, le donne leggono moltissimo.
Nel 2012:
Le donne leggono più degli uomini: nel corso dell'anno ha letto almeno un libro il 51,9% della popolazione femminile rispetto al 39,7% di quella maschile. (by ISTAT)
La Lipperini ci dice però che oltre a leggere le donne scrivono tantissimo.
Questo credo sia evidente anche a chi è abituato a navigare tra i blog: io non mi considero una grandissima blogger, per lo più leggo i soliti, però mi sono accorta che le blogger donne che parlano di libri sono la maggioranza ( ma ripeto: non son una grande frequntatrice di blog).
Comunque, di cosa scrivono le donne ?
"...è d'amore, ancora e soprattutto, che scrivono le donne, ed è di amore che leggono."
Si parla di scrittrici donne che scrivono per un pubblico
femminile
Ora, è vero che ognuno è libero di legger quello che vuole.
Io non sono una grande fan dei romanzi d'amore, ma non perché sono una persona brutta e triste che odia l'amore e le coppie felici.
Più che altro non mi piacciono gli attuali romanzi d'amore perché sono uno la fotocopia dell'altro, dove sembra che l'unica aspirazione dell'emancipata protagonista femminile -che lavora e fa sesso senza problemi- sia sempre e solo la realizzazione in campo sentimentale o materno.
Non mi piacciono anche perché ho l'impressione che le scrittrici sappiano parlare "solo" d'amore, solo della sfera emotiva, come se questa dimensione appartenesse solo a loro.

Non so se riesco a spiegarmi, però c'è questa opinione diffusa che le donne riescano a descrivere meglio questo ambito perché sono più emotive/sensibili/toccanti in quanto donne appunto.
C'è il pensiero diffuso che gli uomini invece riescano meglio a scrivere laddove si parli di storia o thriller, gialli o qualsiasi altra cosa che necessiti il pensiero razionale, la stesura di schemi narrativi complessi.
E la cosa assurda è che la si accetta, o almeno molte donne l'accettano e difendono queste posizioni.
A loro l'amore, la sensibilità, l'emotività, agli uomini tutto il resto.

E questo si rispecchia nella produzione editoriale appunto.
Dato che le donne leggono tantissimo, storie d'amore ovunque.

Cosa leggono le bambine ?

Innanzitutto è triste dover constatare che esiste una differenza di genere nell'editoria per bambini/ragazzi.
In passato era meno evidente, gli stessi anni cui ha guardato la Lipperini per documentarsi la situazione era ancora  "leggera", sostenibile, giustificabile addirittura.
In questi anni c'è stata una degenerazione.

La Lipperini parla prima del fantasy, dove le protagoniste femminili si dividono in eroine tradizionali (generose, armoniose, accudenti) e  guerriere che vestono spesso indumenti maschili e si battono con ferocia.
In entrambi i casi questi personaggi hanno un fortissimo legame con il sacro, sono quindi: maghe, streghe, fate, elfe. E in quanto magiche possono ovviamente fare a meno della sapienza, bastano i poteri, solitamente tramandati da antenate altrettanto magiche, in un cerchio che tende a rimanere chiuso.
Le Winx sono giovani, belle, magiche, sempre
ignude, il cui unico desiderio è piacere ai loro
amichetti, ma purtroppo devono salvare il mondo.
Stella -la biondina- è la peggiore.
Ad esempio si citano le Witch e le Winx, le seconde penosa storpiatura delle prime.
Le Witch e le Winx sono esattamente questo: ragazze magiche che devono combattere il male, istruite da donne altrettanto magiche per lo più, che tendono a fare gruppo e rimanere chiuse in loro stesse.
Non voglio parlare delle Winx perché sono una cosa terribile, un inno all'ocaggine femminile, alla leggerezza e superficialità sempre e comunque, un insulto al fantasy.
E posso dirlo perché ne ho viste parecchie di puntate, rimanendone disgustata sempre.
Vorrei parlare invece delle Witch, argomento per me doloroso.

Io leggevo Witch e posso dire con certezza che era un bel prodotto editoriale.
Le Witch nei primi numeri:
semplici.
Le protagoniste erano femmine ma non c'era l'ocaggine che c'è adesso in tutta la produzione per ragazze/donne.
Le protagoniste erano ben caratterizzate, erano vere, avevano sentimenti complessi verso il loro essere magiche. Anche loro pensavano all'amore, ma in modo semplice e imbranato, tipico di chi ha 11-12 anni, qual era la fascia cui era destinata questo fumetto.
Di trucchi, ragazzi, moda c'era pochissimo, quasi niente. Prima c'erano i problemi da risolvere, le situazioni ingarbugliate da spiegare, l'amicizia tra di loro, la famiglia. Le rubriche presenti erano pochissime e tutte "stupidine", come ad esempio "sei fata o strega?/vacanze: montagna, mare o...? etc."
Era un bel fumetto insomma, difatti ebbe un notevole successo, anche tra i ragazzi.
Poi cos'è successo ?
E' successo che qualcuno ha deciso che non andava bene, forse erano troppo "normali"; magia a parte infatti passavano il loro tempo a studiare, a litigare con i genitori, a progettare piccole cose.
Poi pian piano è cambiato: prima le rubriche dove hanno iniziato a fare comparsa profumi/smalti/rossetti/vestiti-vari/interviste ad attorucoli o cantanti o principi/poster da staccare...poi le storie. Non più semplici problemi e lotte contro il male, no: meno lotte e più spazio alle loro avventure scolastiche, alla moda, ai ragazzi superfighi, alle vacanze superfighe.
Due anni fa ho avuto uno shock al Lucca Comics.
C'erano copie omaggio di Witch ovunque.
Notate le piccole differenze.
Witch n. 1 e n.89, 2001 e 2008
(nell'angolino in alto a destra è stata tagliato Marco Carta)
La storia di questo numero è un insulto ai primi numeri.
Le Witch sono superfighe, magre, belle, vestite bene, truccate, con la pancia superpiatta e...superfortunate.
In quel numero hanno una botta di fortuna dopo l'altra, loro non fanno niente a parte sognare il proprio lui ad occhi aperti.
L'anno scorso è uscito l'ultimo numero e credo che sia stato solo un bene.
Ho letto alcuni commenti online e che dire: le sciocchezze sono andate avanti.
Le storie sono calate draticamente dalle 60 pagine degli inizi a 30 scarse, dove le Witch non erano quasi più neanche Witch oramai, mentre nel resto della rivista hanno preso piede le varie rubriche stile Cioé. Solo che questo fumetto era stato pensato per delle pre-adolescenti.

Si nota la differenza con le prime WItch ?
E' questo che è successo all'editoria per bambini e ragazzi: c'è stato un progressivo sdoganamento di quegli argomenti da "grandi", come l'importanza di essere alla moda, di avere il ragazzo, di ascoltare la musica giusta...sopratutto nella produzione destinata alle bambine/ragazzine visto che anche una volta cresciute le riviste sono sostanzialmente uguali.
Perché ?
Io mi rispondo che è solo per vendere ovviamente, ma non è solo così purtroppo.

Da Minni&company a Minni & Daisy

Una volta esisteva Topolino. E Paperino, Qui, Quo, Qua, Pippo...
Poi in un lontano 1993 si decise di creare una testata a parte per dare spazio a Minni.
Lessi anche quelle all'epoca.
Erano belle storie.
Certo la copertina era volutamente femminile, con quelle stelline e quei fiocchetti... però i contenuti meritavano. Fu davvero un dare più spazio alle protagoniste femminili, queste si eternamente relegate al ruolo di comprimarie in Topolino.
Mi ricordo ancora di alcune bellissime storie, dove era Minni a far fare a Topolino la figura dello sciocco. Oppure alcune bellissime storie in cui Paperina era altrettanto pasticciona e sfortunata come Paperino, e pure a lei toccava nascondersi da zio Paperone ogni tanto. E ancora: Gli anni muggenti di Clarabella.
Insomma, ci fu una differenziazione tra generi ma fu ben pensata, le storie erano belle: Minni e altre uscivano di casa, vivevano avventure, scendevano dal piedistallo... facevano altro insomma.
Le rubriche erano per bambine, molto semplici, molto rosa, molti cuccioli...molto zuccherose. E queste infatti un po' disturbavano, per questo lo prendevo sporadicamente.
Inutile dire che non esiste più.
La versione attuale è Minni&Daisy.
Come puoi vendere prodotti da teen-ager come scarpette/rossetti/piccole star quando le tue protagoniste sono due adulte quasi-trentenni eterne fidanzate ?
Ed ecco che quindi Minni e tutte le altre non andavano più bene, ma sopratutto non andava bene la loro età.
da Antonio Genna
Le protagoniste sono una Minni e una Paperina (Daisy è più cool probabilmente) gggiovani, quando ancora non conoscevano i loro fidanzati, uscivano con le amiche (le loro amiche sono tutte nuove, giovani e sempre femmine), si divertivano ed erano ovviamente alla moda.
Avete notato come somiglia terribilmente ai giornali "da grandi"? Il giornaletto sarebbe per le bambine dai 7 ai 10 anni.
le giovani lettrici potranno divertirsi con giochi e test, ricette di cucina, consigli di moda, notizie sul mondo della tv e del cinema e molto altro ancora!
Ditemi voi cosa dovrebbe fregargliene a una bambina della moda, del mondo della tv e del cinema. 

Altre pubblicazioni

Sfortunatamente la lista sarebbe lunga e questo post è già abbastanza lungo.
Mi limito a segnalare altre schifezze, ad esempio i libri di Tea Stilton, la sorella di Geronimo.
E' triste pensare che già uno Stilton non sia sabbastanza.

Tea Stilton
Geronimo Stilton:
Nato a Topazia (Isola dei Topi), Geronimo è laureato in Topologia della Letteratura rattica e in Filosofia archeotopica comparata. Dirige l'Eco del Roditore, il giornale più famoso dell'Isola dei Topi... Gli è stato conferito il premio Topitzer. Nel tempo libero colleziona antiche croste di parmigiano del Settecento, ma soprattutto adora scrivere libri in cui racconta storie divertenti e avventurose. 
Tea Stilton:
Tea, la sorella di Geronimo, è l'inviato speciale dell'Eco del Roditore ed è l'esatto opposto di quel fifone di suo fratello. Guida ogni mezzo, dalla moto all'aeroplano, adora gli sport estremi e i viaggi avventurosi; ama fare paracadutismo ed è cintura nera di karate. È anche una roditrice affascinante: i suoi occhi viola e il suo carattere grintoso fanno innamorare tutti i roditori che incontra.
A Tea ovviamente la laurea i premi prestigiosi non servono, bastano il fisico atletico e  il fascino (nei libri emergono questi elementi più che altro).
I libri di Tea Stilton inoltre non fanno altro che perpetrare i soliti argomenti stereotipati da femmine.
Ci sono principesse, top model, cuccioli da salvare, sfide a ritmo di danza, diari segreti...mentre al suo omonimo rimane tutto il resto, come la riscrittura dei classici per ragazzi.

Insomma, la strada sembra essere questa: una continua differenziazione di genere dove chi ci rimette sono sempre le bambine, stordite da tutto quel rosa, dai brillantini, le ricette magiche, gli amori, i cuccioli, il costante e martellante dover essere alla moda.
Princess College
Milla e sugar


Scuola di danza
Scarpette rosa
Violetta Magazine, dalla serie TV
Belle, astute, coraggiose
E potete trovarne ancora in questo post e quest'altro tratti dal blog Un altro genere di comunicazione.

Quindi ?

Il capitolo Contro Hermione Granger mi ha aiutata a guardare con ancor più attenzione la produzione editoriale destinata ai bambini.
Io ho sempre "snobbato" questi libri, ovvero non li ho mai consigliati ma non ho nemmeno mai remato contro perché
1. libertà di lettura (posso dire io ai genitori che quel libro è diseducativo?)
2. non mi sembravano così "tremendi"( ad esempio quelli di Einaudi sono carini, Scarpette rosa, Belle astute e coraggiose).
Però adesso mi rendo conto che non va bene.
All'interno si promuovono i soliti valori dell'amicizia&amore ma in un contenitore veramente limitato e, a tratti, umiliante.
Possibile che per raccontare delle belle storie con bambine protagoniste ci si debba sempre rivolgere solo a loro ?
Possibile che quando si pensa alle bambine ci debbano sempre essere delle principesse, il rosa, i cuccioli, i vestiti giusti ?
Possibile che nelle storie per bambine le protagoniste sono sempre sirenette, danzatrici, piccole star incomprese, principesse, fatine o streghette ? E queste poi nonostante siano le più brave del mondo è solo grazie al loro fascino innato che fanno innamorare "lui", perché si: l'obiettivo è sempre lui.
Una bambina che vuole diventare una grande scienziata no ? Oppure una piratessa invece di una sirenetta? O ancora, una protagonista femmina che dirige un grande quotidiano invece del solito Vogue ?

E' una situazione un po' triste perché credo che gli unici che possano cambiare qualcosa siano i genitori, i nonni, gli adulti, chi sgancia il denaro insomma.
Agli editori io rimprovero "solo" di esser un po' troppo pavidi, poco intraprendenti e di avere una bassa considerazione delle bambine. 
Sono i genitori che dovrebbero riflettere due volte prima di comprare certi libri, certe riviste, certi prodotti: tu genitore, quando compri lo zainetto delle Winx, sei consapevole che stai regalando a tua figlia una velina, che tu giustamente disprezzi, in miniatura ?  Lo sai che le Winx si salvano il mondo, ma solo dopo essersi fatte i capelli, aggiustate le unghie, risolto i loro guai amorosi ?
Magari un giorno tutti questi prodotti falliranno, come è successo con Witch,  e allora gli editori si decideranno a cambiare qualcosa.
Nel frattempo però le Winx &Company continuano a collezionare successi.

In ultimo, ho trovato questa mail molto interessante di una redattrice che ha lavorato a molti dei prodotti citati dalla Lipperini. Estrapolo una piccola parte.
(...) Ho letto il capitolo 5 “contro Hermione Granger” con crescente angoscia. Continuavo a ripetermi: “Ma no, non posso aver fatto tutto questo! Non è possibile!”
E invece sì, è possibile. Perché l’ho fatto.
Potrei dire, a mia discolpa, che l’ho fatto perché mi era stato commissionato. Mi hanno detto di scrivere certe cose e io l’ho fatto. Ma la realtà è anche peggio. La realtà è che non ci ho pensato! (...)
Mi ha colpita il fatto che la redattrice in questione non abbia mai pensato al peso culturale del suo lavoro.
E riporto il post scriptum, il più interessante.
Ps.  Qualche mese fa un mio collega, sceneggiatore di fumetti, si è rivolto a me per sapere come mai non riusciva a vendere a nessuno il progetto di una nuova serie. La serie ha come protagoniste cinque ragazzine normali appassionate di sport. Le ragazzine non hanno poteri magici, vivono una vita normale e attuale, studiano, navigano su internet, qualche volta si innamorano, fanno progetti per il futuro… insomma, normali. A quanto pare però non hanno abbastanza “appeal”.
Il mio collega non capiva: “Ma devono per forza sembrare troiette?”, mi ha chiesto perplesso, “Possibile che la velina debba essere l’unico modello di riferimento per le ragazzine oggi?
Ma no, naturalmente. Per le ragazzine vere no. I nostri editori, però, non se ne sono ancora accorti.
Ah, ma quindi esistono altre proposte, altre storie, altri modi di raccontare...solo che vengono cestinate. 

38 commenti:

  1. Innanzitutto complimenti per il tuo blog e grazie per aver trattato questo tema, di cui condivido molte riflessioni. L'editoria destinata alle bambine e alle preadolescenti (così come abiti, accessori e giocattoli) propongono dei modelli che scimiottano il mondo delle donne adulte, soprattutto negli aspetti più frivoli. Mi ha spiazzato (ti giuro che ho strabuzzato gli occhi) assistere alla trasformazione di Witch, che ho scoperto attraverso il tuo post, poiché avevo abbandonato la serie, che mi piaceva molto, dopo circa due anni dal suo inizio. Precedentemente, avevo abbandonato Minnie perché disgustata dallo snaturamento delle storie, che prima mi piacevano tanto. E quando si innesca una moda, sembra non ci sia modo di arginarla. Che tristezza. Cristina

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    1. Il radicale cambiamento di Witch e Minnie ha sorpreso molto anche a me, sono forse quelli che hanno fatto più male. Non credo si tratti di mode purtroppo quanto di un certo modo di pensare e vedere il mondo femminile, come se oltre alle questioni rose non sapessimo andare.
      (Grazie per il complimento!)

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  2. Post davvero interessante, sai?
    Io sono nata in un'epoca in cui al più al più le eroine potevano essere Heidi e Candy Candy, perciò non ho vissuto sulla mia pelle la contaminazione - nelle letture - della società televisivizzata e company.
    I miei miti letterari erano Piccole donne e La storia infinita, i miei fumetti Topolino.
    Ora assisto alla crescita di mia nipote, 5 anni. Già legge speditamente i libri ed è una winx in potenza. Ama il rosa, tutto quel che è brillantinato, sceglie le storie alla moda e si annoia con le favole classiche... Le ho portato alcuni miei libri di Dahl, alcuni romanzi che leggevo io da piccola ma li ha snobbati. Ha iniziato la prima pagina e ha detto che non le piaceva.
    Mancano di "fashion" a quanto pare.
    E dopo aver letto questo post la cosa mi sembra una tragedia.
    Spero solo che alle elementari qualcosa cambierà, chissà

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    1. Sulle eroine dei fumetti giapponesi la stessa Lipperini nel libro dice che sono da considerarsi a parte...nel senso che in Giappone le differenze tra genere sono più nette, ma in modo diverso. Infatti in alcuni manga (ad esempio Sailor Moon) maschile e femminile si fondono, facendo emergere l'individuo.
      I bambini oggi devono essere seguiti molto da vicino quando si vogliono passare certi valori...io avevo una bambina che veniva a lezione da me e non aveva mai letto nulla per piacere. Abbiamo iniziato a leggere assieme ad alta voce i fumetti, alcuni albi illustrati e alla fine mi ha chiesto i libri in prestito, le storie che leggevo da piccola (i classici). Bisogna perseverare molto per far piacere prima i libri e poi un certo tipo di storie.
      Se non sa ancora leggere prova a leggerle qualche storia ad alta voce, è divertente sia per lei che per te ...certo ci vuole mooolta pazienza, te l'assicuro ^^''

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  3. Una cosa sui romanzi d'amore: Addio alle armi di Hemingway è una storia d'amore, Storia dell'assedio di Lisbona è (anche) una storia d'amore, 22/11/'63 di Stephen King racconta sopratutto una storia d'amore, Leielui di Andrea De Carlo è il racconto di una storia d'amore, di un incontro tra un lui e una lei..ho citato quattro romanzi di scrittori uomini, quattro romanzi molto diversi tra loro, non considerati "d'amore" per dire una cosa semplice: l'amore fa parte delle nostre vite, nessuna narrazione, che sia "romance" o di altro tipo, che sia o meno incentrato su una storia d'amore secondo me ne deve tenere conto di questo. sensibilità, amore, emotività sono materie che ogni romanziere, maschio o femmina, che scriva thriller, romance o altro, deve conoscere, deve conoscerle anche se decide di raccontare un mondo cinico, crudele dove sembra non ci sia spazio per i sentimenti perchè la narrativa racconta l'umano, la società nei lati chiari e in quelli oscuri e il sentimento e anche l'amore ne fa parte. Fa parte di noi.
    Quanto alla donna emancipata che vorrebbe l'amore (ma mica lo vogliono solo le donne)..bè queste donne esistono (non sono solo donne oltretutto) ed è giusto che siano raccontate. Francamente penso che se una persona magari già realizzata professionalmente vuole anche l'amore bè questo non la rende meno emancipata nè stupida (mi torna in mente Ally McBeal, bellissima serie). L'importante è che i personaggi siano ben caratterizzati, plausibili, coerenti col tipo di storia e che tutte le dinamiche, anche sentimentali, tra loro siano rese bene

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    1. e anche pensare a lui (o a lei) quando si è innamorati è abbastanza consueto, così come l'aver figli, il desiderio di averne o non averne eccetera fanno parte dell'umano al pari del resto..è legittimo che la narrativa ne tenga conto

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    2. Forse non mi sono spiegata bene, io non odio le storie d'amore a prescindere.
      Quello che personalmente non riesco a leggere sono le storie "fotocopie", libri volutamente leggeri dove la ragazza/donna in questione ha come unico desiderio quello di trovare l'amore. Non riesco a leggerle perché non rientrano tra i miei gusti.
      Invece quello che sto critiando è altro, ovvero come mai nella stragrande maggioranza dei romanzi dove le protagoniste sono donne queste abbiano sempre come scopo ultimo l'amore. Questo era un tentativo di riagganciarsi a quanto espresso dalla Lipperini nel saggio: la donna di oggi riesce ad avere potenzialmente tutto, nei romanzi è una donna in gamba, intelligente, disinibita spesso (tra l'altro la differenza tra "disinibita" e "superficiale" spesso è molto sottile), eppure spesso il suo unico campo d'azione è quello sentimentale.
      Poi ovviamente esistono romanzi scritti bene e scritti male, storie comunque degne di essere lette e storie da cestinare.
      Però al di là della scrittura/della storia/della crdibilità dei personaggi, io mi domando perché spesso ci si limiti a quest'unico campo.

      E' più che legittimo che la narrativa tenga conto dell'"amore", è una parte rilevantissima della vita dell'uomo.. ma mi domandavo se fosse accettabile che nella stragrande maggioranza dei romanzi di oggi le donne debbano essere sempre limitate a quell'unico campo. E sopratutto a scrivere e leggere questo tipo di romanzi (il rosa in pratica) sono quasi sempre solo donne...che impatto hanno storie del genere ?
      Se a una bambina/ragazzina/donna vengono sempre propinate un certo tipo di storie è ancora così scontato che da grande questa pensi che NON è indispensabile il principe azzurro per la propria realizzazione?

      Spero di essere riuscita a farmi capire.

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    3. Forse non capisco. Anch'io ho i miei gusti, ma non credo che ciò che a me non piace o non interessa sia per forza dannoso per altri che ne fruiscono e mostrano di gradirlo.
      non so, si vede che sono più ottimista, cioè credo che anche una donna di oggi che come hobby, passatempo legge romanzi Harmony (e può anche non leggere solo quelli) sia comunque in grado di sapere quello che vuole (anche sbagliando magari come capita a tutti) e sia comunque nel bene e nel male responsabile delle sue scelte in campo sentimentale e non. E sono ottimista anche sulla varietà delle storie, poi certo il romance come ogni genere letterario ha le sue regole e chi scrive letteratura di genere deve conoscerle (direi che deve anche "amarle" on un certo senso) anche per saperci giocare e innovarle se è il caso senza per questo uscire dal genere. Insomma se decidi di raccontare una storia d'amore la devi raccontare e sta a te raccontarla bene e in maniera credibile.
      Il punto è: esistono donne in gamba, intelligenti, più o meno disinibite? E' plausibile quel personaggio? E' ben caratterizzato? E' coerente con la storia, le sue atmosfere? Le dinamiche anche di tipo sentimentale sono ben descritte? Se la risposta è sì, il romanzo è riuscito.
      Un'ultima cosa, certamente non è il caso tuo nè di Lipperini che è persona seria ma non posso fare a meno di notare come i generi principali della narrativa popolare: romance, horror, fantasy e relativi sotto-generi (ma ne starò dimenticando altri) hanno ciascuno di essi, la loro schiera più o meno nutrita di detrattori pronti ad argomentare, con toni diversi, sui presunti danni che queste letture arrecherebbero alle inermi menti dei lettori e in questo caso delle lettrici in particolare giovani danni che ovviamente si ripercuotono sulla società, come se il lettore non potesse rielaborare ciò che legge..ecco, ribadendo che non è il caso tuo nè di lipperini, io dubito di tali argomenti.

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    4. per quanto riguarda le bambine (ma pure i bambini), certo sarebbe auspicabile che venissero a contatto con la maggior varietà di storie possibile (incluso l'amore)..e che siano storie avvincenti

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    5. Credo che a chiunque segua il blog da un po' sia chiaro che io non sono assolutamente contro certi generi a prescindere, sono per la libertà&dignità di lettura sempre e comunque.
      Poi, a me i romanzi leggeri basati unicamente sull'amore non piacciono, ma questi sono i miei gusti e non c'entrano col discorso del post.
      Però non credo assolutamente che chi legge questi o i romanzi da spiaggia o qualsiasi altra cosa sia da sminuire rispetto ad altri, mi ripeto: rispetto le letture di tutti.

      Quello che sto criticando non è un genere in particolare ma la prospettiva limitata della figura femminile, al di là della buona riuscita del romanzo.

      Sto parlando di un certo modo di pensare la figura femminile, che credo stia pian piano diventando molto molto limitato, circoscritto alla sfera dell'emozione e basta.

      Tu giustamente pensi, come me, che al di là del libro esiste comunque un lettore che sceglie e decide cosa leggere con coscienza, un lettore che molto spesso sa cosa sta leggendo e non si lascia condizionare da copertine e stereotipi riportati, anzi, quando è il caso ne ride, critica.
      Ecco, io però collego questo all'editoria infantile: una donna adulta formata può leggere quei testi con la dovuta "distanza", ma una bambina cresciuta a pane e winx/giornaletti-simili una volta adulta riuscirà a prendere la dovuta distanza?
      La differenza tra i generi sta diventando molto grande e io penso all'effetto che quelle letture avranno pensando al mio passato, pensando all'effetto che hanno avuto i libri-fumetti della mia infanzia sulla persona che sono oggi.
      Certo poi contano le esperienze, le persone...ma il clima culturale in cui viviamo oggi spinge la figura femminile quasi sempre in un'unica direzione (nei libri scolastici per bambini spesso è la mamma che si prende cura della casa, della famiglia, mentre il papà è fuori, al lavoro o a casa con in mano un giornale).

      Ad esempio i libri Harlequin Mondadori hanno tutto il diritto di esistere e di essere letti, io mi domando però: è proprio necessario scrivere che sono autrici femmine che scrivono per un pubblico femminile?

      Si, forse sono inezie...io vi presto molta attenzione perché non mi riconosco in questi modelli, provo disagio e fastidio quando leggo/sento che è naturale per una ragazza voler avere un bel corpo per poi sposarsi, avere dei figli, una casetta...concordo perfettamente con la Lipperini quando dice che c'è un pericoloso ritorno agli "antichi" valori a causa dell'attuale situazione economica, l'uomo al lavoro e la donna in casa.
      Secondo me molti libri vanno inconsciamente (spesso) in questa direzione.

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    6. ok Silvia..penso di aver capito anche se mantengo i miei dubbi. Come la penso l'ho già scritto (e sui libri scolastici posso concordare con te) e per quanto riguarda la "sfera emotiva", l'amore ecc.. non posso che rimandare a quanto ho già scritto.
      Ciao

      P.S. sono uno che può apprezzare tanto un horror splatter quanto una commedia romantica più o meno "leggera", insomma amo storie e atmosfere anche diversissime fra loro senza badare al fatto se statisticamente hanno un pubblico più femminile o più maschile..non so se questo mi renda "atipico".
      Guardavo anche Daria, bel cartoon.

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    7. Con questo post il mio intento era appunto quello di far presente una situazione, per me preoccupante, di far pensare sull'argomento, spero di esserci riuscita un pochino, poi, certo, tu sei liberissimo di tenere i tuoi dubbi!

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  4. Quel libro della Lipperini mi ha fatto pensare a molte cose, molte cose che spero mi aiuteranno, un giorno, se mai avrò una figlia da crescere.
    Quel libro pone l'accento su molte cose che io non avevo mai notato prima, ed è inquietante scoprire quante cose, nel mondo, siano votate a differenziare maschi da femmine.
    Il problema è che tutto è impuntato su questa diversità e, come dici tu, il cambiamento deve arrivare dai genitori e dai famigliari che si rendono conto di questa cosa e riescano quindi a dare una formazione bilanciata ai loro figli.
    E' una cosa molto inquietante, comunque.

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    1. Molto inquietante, io sono preoccupata, a volte ho paura che la narrativa di qualità sparisca...quest'anno a Bologna, alla fiera dell'editoria per ragazzi, mi hanno detto che le novità belle erano poche..che il modello Geronimo/Tea-Stilton cresce ancora.

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  5. Allora, l'ho riletto due volte di fila per essere certa di non scrivere cavolate, che questo post non le merita. Ma tanto un paio mi sfuggiranno uguale.
    Vediamo.
    Sai benissimo che la penso come te su tutto quanto hai scritto. Ai 'nostri' tempi gli Istrici, Il battello a vapore e i Piccoli Brividi valevano sia per i bambini che per le bambine. Per le bambine in particolare c'era Bianca Pitzorno o i Gaia Junior, con la copertina rosa ma certo non zuccherosa né sbriluccicante. Perfino Le Ragazzine non arrivavano a questi punti di genderizzazione, o forse è l'età adolescenziale cui erano diretti me li rende meno antipatici.
    Io la colpa delle CE la vedo enorme e terribile. Tralasciando la redattrice che non si era mai accorta finché non ha letto il libro della Lipperini, per me è inconcepibile. Un accanimento del genere deve essere voluto, deve avere delle ripercussioni sulle vendite di un qualche prodotto, altrimenti non riuscirei a spiegarmi la massificazione del fenomeno. Da che mondo è mondo se vuoi vendere un prodotto devi differenziarlo. Certo, c'è anche l'azienda minore che imita il concorrente più forte, ma se è una cosa così diffusa... cioè, che sia per incentivare il consumo futuro di oggetti femminili o per indirizzare verso rivistacce tipo 'Cioè', non posso pensare che non sia dettato da interessi superiori. Perché un bambino o una bambina che vuole leggere la prendi con un niente. Basta un Geronimo Stilton, che se prendo una manciata di lettere dalla sacca dello Scarabeo e le lancio sul tavolo mi viene una storia più avvincente. L'attenzione si cattura sia coi brillantini che coi colori accesi, questa è una scelta precisa e consapevole. E io disprezzo caldamente chiunque l'abbia fatta e la sostenga.
    Mi ricordo i primi numeri delle Witch, anche perché ogni tanto torno a leggerli volentieri. Era un bel fumetto, punto e basta, a prescindere dal suo target di riferimento. Vedere quello che è diventato fa una tristezza...
    Vorrei ci fossero dei programmi di protesta e presa di coscienza di quello che è palesemente un problema, che possa far decidere alle scuole e alle biblioteche di istituire un filtro per un certo tipo di libri. Non dico 'no' alle copertine rosa, ma alla totale invasione di ballerine-principesse. Che sorgano delle alternative ben sostenute, che diamine...

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    1. Oramai sono abituata a vedere le case editrici più come "industrie" che come dispensatrici di cultura, compito che per me spetta in primis allo stato, assolutamente.
      Per vedere un prodotto sono percorribili strade molto diverse, non necessariamente differenziare radicalmente il prodotto ti permette di avere grandi guadagni (anzi, è un rischio spesso), grandi ritorni economici subito, cosa che secondo me interessa di più a chi ha una grande azienda da mantenere.
      Fare storie fotocopia è economico; prima mi domandavo se in redazione effettivamente pensassero a quello che pubblicavano..ora la risposta la so: no, o non sempre.
      E quando ci pensano, spesso vengono ignorati, l'editore ha paura e lo capisco, a volte 'essere diversi' è un grosso rischio e paradossalmente la piccola casa editrice se lo può permettere di più.

      Il punto cui si ritorna sempre è il lettore: come hanno scritto altri blogger, l'editoria di qualità esiste - per ragazzi poi...- basta cercarla.
      Solo che per il bambino sceglie il genitore e questo quando non sa spesso si rivolge ad altri, alla scuola, alla biblioteca, alla libreria, a chi si occupa di educazione...loro dovrebbero fare da filtro quando non ci riesce il genitore.

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    2. Ho qualcosa da ridire sul fatto che per il bambino sceglie il genitore... ho una figlia di 10 anni, sono giovane pure io e ho sempre letto moltissimo. Alla sua età avevo e leggevo tutti i libri di Dahl, Pitzorno, la collana del Battello a Vapore e altri già citati. Li ho tenuti tutti per mia figlia, le ho sempre letto a voce alta ogni sera libri secondo me "di qualità". Ora lei però in libreria e biblioteca sceglie da sola (non ha l'età per farlo?), ma solamente Tea Stilton e le Winx. Tutto ciò che ha ereditato da me non le piace.
      Quelle copertine sbiriluccicose attirano immensamente.
      Credo che proibirglieli sarebbe peggio, forse prima o poi se ne accorgerà che fanno schifo; o forse no.

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  6. Un po' di tempo fa notavo e scrivevo sul mio blog che in libreria i volumi dichiaratamente rivolti al pubblico femminile sono distinti in due categorie: storie d'amore più o meno zuccherose ed erotici (ora va lo stile '50 sfumature di grigio', poi chissà). O innamorata o amante, non c'è altro e non ci sono vie di mezzo. Capisco quello che dice Paolo1984, ma io ho paura dell'omologazione: se le ragazzine crescono vedendo solo questi due modelli, perché dovrebbero pensare che possono esisterne altri?
    (Secondo me, però, Hermione Granger non è un brutto personaggio. Un po' so-tutto-io, sì, ma comunque studiosa e intelligente)

    Ilaria http://lalettricefelice.blogspot.it/

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    1. Esatto. Io spero che genitori/insegnanti/altri imparino a dire alle ragazzine che quelli non sono gli unici modelli anche se veniamo bombardati ovunque con queste ragazzine danzatrici/principesse rosa prima in tv e ora sempre più spesso anche nei libri..

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    2. Scusate se insisto e forse dimostro ancora di non capire, "innamorata" e "amante" non vanno considerati modelli ma due condizioni esistenziali in cui le persone possono effettivamente trovarsi e si trovano sovente, non solo le donne e possono essere benissimo il fulcro di una storia (tanto più se parliamo di generi come il romance e l'erotico..poi ovviamente E.L. James purtroppo non è D. H. Lawrence e non è Anais Nin ma questo si sa)
      Poi la letteratura può raccontarle bene, male (mi sa che E.L. James le racconta male) in maniera zuccherosa o no..ma questo sta al talento dell'autore o autrice. Poi capisco che disturbi il fatto che siano pubblicizzati per il pubblico femminile specie se sei donna e non sei di quelle a cui piacciono questo tipo di romanzo, a me il calcio non piace e farei volentieri a meno di tutti i programmi sportivi ma se la maggioranza degli appartenenti al mio sesso lo trova divertente...
      Che non ci sono solo ballerine e principesse rosa (e che ci sono pure principi e ballerini e che quelli/e reali sono comunque diversi da quelle di certa narrativa per l'infanzia) lo impareranno crescendo..come credo succeda alla stragrande maggioranza della gente

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    3. e si può essere pure innamorati e amanti insieme.
      Comunque esattamente come esistono donne italiane a cui piace il calcio come tifose o come giocatrici o entrambe, credo che anche il "romanzo rosa" abbia una schiera di uomini, magari minoritaria ma esistono, scrittori (so che, correggetemi se sbaglio, Scerbanenco ha scritto anche romanzi di quel genere, nella sua prolifica produzione) e anche lettori. Mi sa che prima o poi leggerò un Harmony..può benissimo piacermi, del resto se una storia mi prende, il genere non m'importa.

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    4. Tu, Paolo, secondo me hai ragione quando parli delle condizioni esistenziali di innamorata/amante e sulla qualità dei romanzi, che a volte sono bellissimi (su questi credo che nessuno abbia da ridire) altre volte invece si somigliano tutti, ognuno sceglie quali leggere.
      E' invece questa differenza perenne tra argomenti "maschile" e "femminile" che infastidisce. Perché alla fine sempre il rosa/l'amore/le principesse e al maschio il calcio e tutto il resto ?
      Ti vorrei far leggere questo post : http://congedoparentale.blogspot.it/2013/06/un-po-di-amaro-in-bocca.html

      "in particolare: Da papà di due femmine è abbastanza frustrante vedere come il principale quotidiano italiano sportivo ignori notizie relative a risultati e campionati europei delle nazionali femminili italiane, ma dia invece spazio a confermare il ruolo della donna come semplice oggetto da guardare. Da allenatore di una squadra femminile mi spaventa una società dove tutta la passione e tutte le ore di esercizio e allenamento di queste bambine sembrano per alcuni contare molto meno dell'aspetto estetico. Cosa dovrei dire loro? Che non importa quanta energia ci mettano e quanta fatica facciano tanto saranno solo quelle belle esteticamente a guadagnarsi l'attenzione dei giornali? "

      Che alcune persone non sentanoo o scavalchino queste differenze penso sia solo un bene, ma vorrei che si pensasse a proporre più spesso altri modelli, che diventi normale che una donna non sia solo una ballerina/una principessa ma anche una calciatrice, una giocatrice di basket, una scienziata, un'esploratrice...tutto qua.
      Anche per quelle -ancora poche- bambine/ragazze che giocano a basket, a calcio, a rugby , perché non si sentano ripetere di lasciar perdere perché sono "robe" da maschi.
      Idem per i maschi ovviamente, anzi forse per loro a volte è peggio, basta un niente a volte per essere tacciati di essere "froci".

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    5. certamente i giornali specializzati dovrebbero parlare di più dei risultati dei campionati femminili (anche se il calcio femminile in Italia non muove gli stessi soldi di quello maschile)..poi gente, maschi e femmine, che hanno la passione del ballo, del calcio, del rugby esisteranno sempre

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    6. poi io sarò naif ma se tu vuoi fare uno sport e nel 2013 ancora ti dicono "no perchè sei femmina"...mostrare il proverbiale dito medio (anche metaforicamente) può essere una reazione appropriata

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  7. Anche io mi ero persa il tracollo delle Witch, che leggevo alla mia sorellina ormai diversi anni fa, però avevo notato questa omologazione nei temi trattati e come questa omologazione, che ha inizio nell'infanzia, porti in seguito anche a un'omologazione adolescenziale, col dilagare di libri che sembrano fotocopiati (e il genere fantasy che sempre più spesso ripropone le solite macchiette). Complimenti per questo post così articolato e pieno di riflessioni.
    Cristina

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    1. Il genere fantasy è, secondo me, il genere che più ha risentito delle varie mode/manie.
      Il tracollo di Witch è sempre una brutta sorpresa per tutti >_>

      PS. grazie :)

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  8. Ciao Silvia.
    Bellissimo post, davvero.
    Un post che fa male, in verità. Perché io, che ho quotidianamente sotto gli occhi una sedicenne di oggi che seguo da anni (mia cugina) e le sue amiche, che sono stata bambina negli anni '80 e ho visto mia sorella esserlo negli anni '90... da tempo mi sono accorta dell'impoverimento dell'offerta culturale rivolta alle bambine (non che per i maschi sia tutto oro, eh! Pare che possano interessarsi solo di sport e di videogiochi...).

    Ricordo perfettamente i fumetti, i libri, i cartoni che erano offerti a noi. Non voglio santificare niente, ma di certo non tutto si richiudeva in due-tre modelli come oggi (ballerina, cantante, aspirante oca di successo e bellezza da contemplare modaiola. C'è altro?).

    Io leggevo i Gaia Junior in cui le bambine volevano fare le investigatrici, o studiavano il passato, vivevano nel far west, restavano coinvolte in avventure pazzesche, finivano anche a fare i marinai! Ho scorso i titoli dei Gaia Junior di oggi (la collana esiste ancora, più o meno) e, a parte le storie un po' d'attualità (immigrazione, ecc. - i libri junior Mondadori hanno sempre avuto molta attenzione a questi temi, sia lode a loro), tutti gli altri sembravano piccoli Harmony in miniatura. Tutte storie d'amore, tutti palpiti per la cotta, il primo bacio, e 'dovrò farci sesso?' e compagnia bella. Sono andata sconsolata dalla commessa gentile e le ho chiesto conferma: "Sì, ormai sono tutti così...". E poi giù a raccontarci di com'erano i Gaia ai NOSTRI tempi (lei ha più o meno la mia età), e non erano davvero degli Harmony pseudo-annacquati!

    Minni & C. l'ho scroccato per anni a mia sorella. Ero troppo grandina per certe cose, ma i fumetti mi piacevano, soprattutto quelli su Clarabella giornalista d'assalto :) Quando poco tempo fa ho visto che veniva rilanciato come Minni & Daisy (perché Daisy? In Italia è sempre stata Paperina!), e COME veniva rilanciato, m'è preso fastidio... -__-

    Vogliamo parlare di Disney Channel? C'è stato un momento preciso, qualche anno fa (altezza High School Musical/Hannah Montana, circa), in cui TUTTI i telefilm del canale, che prima avevano tematiche piuttosto varie, si sono trasformati in show musicali! C'è solo gente che balla, che impara a ballare, che vuole cantare, che fa già la cantante, ecc. Anche serie che tecnicamente non avrebbero a che fare con i 'mestieri dello spettacolo', hanno finito per inglobare queste dinamiche e queste vicende. Se guardi Disney Channel per 6 ore di fila, pare di aver assistito a 6 ore di talent show!

    Questi e SOLO questi sono i modelli offerti (il problema di tutto questo discorso, Paolo1984, è tutto lì, in quel "solo"...). Nessuna protagonista vuole più fare l'infermiera, la veterinaria, la reporter, l'atleta, l'avvocatessa o che so io. Tutte, tutte, tutte vogliono fare la modella/cantante/ballerina FAMOSA. E così conquistare il proprio LUI. E questo anche sul DISNEY Channel. Amen.

    [Sport femminile? Ah!
    La squadra di rugby femminile under 16 della mia città quest'anno ha vinto lo scudetto.
    La squadra di softball cittadina fino a 2-3 anni fa portava a casa scudetti e coppe campioni praticamente in continuazione (ora soffre un po' per la mancanza di fondi e sponsor, e quest'anno ha rischiato di perdere pure l'uso dell'unico campo da softball cittadino...).
    Frega qualcosa a qualcuno? Nah! Tutti col fiato sospeso, e centinaia di migliaia di euro investiti, sulle sorti della locale squadra di basket. Maschile.
    Dite che è perché il basket 'tira' più del rugby e del softball? Mah, può darsi. Peccato le squadre di basket femminile, qui, non se le fili nessuno...]

    minty

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  9. Bravissima. Condivisibile, interessante, puntuale, vero.

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    1. Sicuramente i personaggi femminili dei tuoi fumetti sono, di spessore e originalità, una spanna più sù del panorama editoriale attuale...scelta coraggiosa e.. complimenti!

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    2. Basti pensare alla sola Katy. siamo ben lungi dal look velinelesco.

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  10. Ottimo post, sono d'accordo su tutto. E curioso vedere che l'unico che si accanisce contro la tua analisi sia un uomo che, per suo ammissione, un Harmony non l'ha mai letto. La differenza fra questi libri e romanzi che raccontano anche e soprattutto storie d'amore (facciamo la "Strada di Swann"?) è che negli Harmony non c'è posto per nient' altro. La protagonista può essere una giornalista d'assalto, ma la trama e i suoi pensieri girano sempre e solo intorno alle sue pene d'amore. Di solito per un personaggio sgradevolissimo che alla fine si rivela appassionato e innamoratissimo. Soprattutto quello che fa la differenza è che sono mirati per "le donne". Gli altri libri sono "unisex", ma questi sono "da donne". Il che fa pensare che gli altri, in fondo, anche se letti principalmente da donne, siano libri da uomini. Per bambini la situazione è più critica, perché imparano a farsi piacere tutto ciò che gli viene propinato e al momento ciò che gli viene propinato è l'ocaggine imperante.

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  11. Sarei d'accordo al 100% con quanto scritto qui se non fosse che... prendere come esempio Hermione, ma sopratutto Harry Potter in quanto saga fantasy, come buona lettura per le bambine mi pare assolutamente fuori luogo.
    Magari è sfuggito all'autrice di questo articolo, ma Hermione è ESATTAMENTE come la società dipinge una ragazza che studia: necessariamente una secchiona, saccente e rompicaxxo.
    Non facciamoci ingannare: la demonizzazione della sua figura è, di per sé, una giustificazione al sistema.
    Tacita, okay. Io direi MOLTO subdola.
    Ma sempre di giustificazione si tratta.
    Sono BEN altre le eroine inserite in un contesto costruttivo. Mi verrebbe da citare La Bussola d'Oro in primis e non già Harry Potter che di anti-sistemico non ha assolutamente nulla visto che è anch'esso un prodotto commerciale, di main stream, atto solo a vendere e a proporre le stesse tematiche e lo stesso buonismo al quale ormai siamo tutti tristemente abituati.

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    1. Non sono d'accordo: ho letto tutti gli Harry Potter ed ero già grande. Vero che non c'è niente di nuovo, ma non vero che sia buonista e mainstream: ci sono valori molto forti e figure tratteggiate benissimo. Pensiamo all'amicizia che qui ha spazio molto molto più degli innamoramenti, pensiamo alla saggezza della figura di Silente e degli altri professori, all'esuberanza e naturalezza di Hagrid, al modo affettuoso e non banale che la maggior parte delle figure parentali ha di rapportarsi coi bambini.
      Pensiamo alla crescita che fanno i vari personaggi, che si interrogano sul senso delle loro vite. Ridurre Hermione a una rompica**o è banalizzare il libro.
      Sputare così su un prodotto che è comunque valido mi sembra davvero eccessivo.

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  12. Purtroppo non è solo nei prodotti per bambine, ma è ovunque. E non è una problematica di genere, non sono gli uomini a voler ottenere delle olgiettine, sono i potenti. C'è una volontà forte che vuole mantenere lo status quo, che vuole perpetrare il proprio regno. Questo è educativo, ossia voler educare in un certo modo le masse. Far cresce le donne con il sogno del principe azzurro, perchè così i potenti e i figli dei potenti potranno far valere i loro punti di forza (ricchezza e potere, ossia l'effimero) a dispetto dei loro punti deboli (l'amore e la comprensione).

    Un appunto più leggero. C'è fantasy e fantasy. Nei romanzi di Terry Brooks le donne hanno sempre un ruolo fondamentale.

    A difesa di Harry Potter, posso dire invece, che il protagonista per piacere non può essere bravo a fare le cose, deve cavarsela perchè non molla (è uno dei 20 punti della Pixar per rendere interessante un personaggio), per cui se il protagonista fosse una donna dovrebbe gioco forza appoggiarsi all'uomo saputello. Da quale parte vorreste stare?

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  13. Innanzi tutto complimenti per l'articolo sul tuo blog, l'ho trovato molto interessante!
    Per quanto riguarda le bambine, è normale che siano interessate ai cuccioli, al rosa, ai brillantini, alle stelline, e purtroppo, tristemente, anche alle veline. Quando sei piccolo l'unica vera e reale aspirazione è essere come i grandi, non vedi l'ora di crescere, e ciò che sembra bello è il tuo obbiettivo. Penso che nelle riviste da bambine (intendo qui fino agli 8-10 anni al massimo) non penso che l'editoria sbagli troppo, solo non dovrebbe fissarsi sulla moda.
    Per quanto riguarda le riviste e i libri da ragazze e pre adolescenti, fa pena dover ammettere, che le addestrano per diventare le perfette "oche" del domani, e che star fermi davanti ad una scuola media o superiore all'uscita da scuola dei ragazzi, dà i brividi; soprattutto quando passa un insegnante giovane e l'unico modo di distinguerla dalle ragazze, è vedere quanto è vestita (perchè nel 99 per cento dei casi è vestita di più delle ragazze).
    In ogni caso ragazze che riescono a pensare con la propria testa fortunatamente ce ne sono ancora, ma posso dire per certo che per quelle ragazze la vita alle scuole superiori è un inferno. La propaganda della tv e dell'editoria rendono la vita impossibile alle persone con un po' di cervello.
    Chi non è omologato cerca di omologarsi, e soffre perchè non viene completamente accettato, e chi nemmeno si sforza di omologarsi viene isolato dagli uni e dagli altri, ma resta libero di usare la propria testa.
    Certo l'editoria moderna è piena di sbagli, ma non siamo mica costretti a leggerla, ci sono molte altre cose più pronde e meritevoli di essere lette, basti pensare anche ai classici della letteratura inglese. Ok, si parla quasi sempre di amore nei romanzi scritti dalle donne, ma se ne parla in maniera diversa, criticando la società dell'epoca (che in fondo non è molto diversa da quella contemporanea, a parte che non c'erano donne semi- nude ovunque, se non per la loro professione), ma le eroine erano persone forti, o anche se non lo erano magari erano bruttine e ciò che riuscivano ad ottenere era per la loro intelligienza e il loro carattere.
    Per citare una donna che non scrive d'amore basta ricordare Mary Shelley; o per citare un uomo che ha creato una protagonista donna intelligente e furba, si può ricordare Daniel Defoe.
    In sostanza dalla letteratura moderna per ragazzi non mi aspetto nulla di nulla, ho pure provato a leggere qualcosa, ma non mi ha lasciato assolutamente nulla, ne a livello di scrittura (semplice e banale, ovvero chiunque riuscirebbe a scrivere una cosa simile) ne a livello di storia (ok, carina una giornata di intrattenimento in caso non si abbia niente da fare ma contenuto inesistente).
    Non possiamo decidere cosa può leggere un adolescente, perchè ha i propri gusti, e anche se cercassimo di obbligarlo comprandogli qualcosa di più intelligente sarebbe inutile. Possiamo solo sperare, che non si fermi alla prima cosa che il mondo gli offre ma che cerchi qualcosa di più sensato e che impari ad usare la propria testa e la propria volontà invece di soccombere a quella degli altri.
    Infondo il main stream e le cose di nicchia sono sempre esistite, è la gente a creare questo divario, non l'editoria, e cercare di cambiare il pensiero della gente è impossibile e sbagliato, sarebbe voler creare una dittatura culturale.
    Per me è già abbastanza vedere, che le risposte a questo blog sono molte, perchè significa che c'è ancora gente che sa pensare.

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  14. ho letto con molto interesse il post e condivido tutto quanto detto, scrivo solo per spezzare un'altra lancia a favore della saga di harry potter e del personaggio di hermione, che rispetto alle sue "dirimpettaie" contemporanee (penso alla protagonista di twilight.. che è protagonista, tra l'altro) e la vedo davvero come una bellissima figura femminile, indipendente, capace di credere nei propri valori, fedele agli amici ma non ciecamente, innamorata sì, ma senza perdere di vista le altre cose che le interessano, e sicuramente fondamentale, sicuramente allo stesso livello di harry..

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  15. Arrivo tardi. Volevo solo fare notare che anche se parlo spesso di queste tematiche nel mio blog, sono stata forse l'unica a parlare positivamente dell'odiatissimo Geronimo Stilton (basandomi però solo sulla collana storie da ridere) proprio nell'ambito degli stereotipi di genere. Difatti in un'ottica dove sono gli uomini a dover essere avventurosi, grintosi, sportivi e le donne, quand'anche colte e intelligenti, sono relegate all'ambito domestico, Geronimo e la sorella Tea ci offrono un simpatico "rovesciamento dei ruoli". Perché appunto è Geronimo ad essere colto, pantofolaio, romantico, poetico, abitudinario ed essenzialmente anche fifone; mentre invece Tea è sportiva (guida moto, jet, motoscafi, motoslitte, fa climbing, trekking, paracadutismo e ogni genere di sport estremo), avventurosa, spericolata ed è lei che di solito trascina il fratello e la famiglia nelle avventure più esotiche della saga. Tutto quello che posso dire delle Tea sister è che apprezzi che vengano da cinque continenti diversi e abbiano interessi diversi (c'è la meccanica del gruppo, che si intende di ogni tipo di motore, la naturalista, la violinista mi pare e poi sì anche quella a cui piace la moda)

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  16. Tanto per cominciare mi complimento: sono perfettamente d'accordo con l'articolo, dato che lavorando con i bambini mi rendo spesso conto di quanto i modelli limitati e limitanti proposti loro dai libri incidano profondamente e negativamente sul loro pensiero e sulla loro persona.
    Mi permetto soltanto di essere in disaccordo relativamente a quanto espresso su Tea Stilton: riguardo al personaggio in sé, ha già espresso un'opinione che condivido l'utente che mi ha preceduta nei commenti. Riguardo invece alla sua serie di libri, diciamo che la situazione potrebbe essere paragonabile a quanto accaduto per WITCH (che dolore e che amarezza!).
    Ricordo la prima volta che andai a casa del mio ragazzo: su uno degli scaffali della sua libreria si trovavano quasi tutti i libri della serie delle Tea Sisters. Dinnanzi alla mia sorpresa, lui non si è scomposto: ha semplicemente detto che da bambino gli piacevano. Ed effettivamente, ripensando a quei pochissimi (i primi cinque) libri che avevo letto anche io, non c'era nulla che non andasse: si raccontava di misteri da risolvere, di viaggi e di avventure. Niente storie d'amore frivole, niente rossetti, principesse o cuccioli. Solo intrighi da sbrogliare con intelligenza e raziocinio, nonché qua e là interessanti informazioni circa la cultura e le usanze di un determinato popolo. Le cinque protagoniste erano molto diverse fra loro e per nulla stereotipate, ad eccezione forse di una, bionda amante del rosa e della moda, che però risultava comunque intelligente, sveglia ed indipendente. Si trattava di libri, quindi, che non avevano nulla che potesse essere etichettato come "roba da femmine", almeno secondo la concezione che ne ha l'editoria per l'infanzia contemporanea, fuorché la copertina fuxia. Anzi, c'è da chiedersi perché questi racconti siano stati così "ghettizzati", dal momento che parlavano di argomenti che potevano risultare interessanti e piacevoli anche ad un bambino maschio (il mio ragazzo ne è l'esempio).
    Purtroppo però le cose sono ora cambiate (e me ne ha informata sempre lui, dato che ha letto quasi tutti i libri della serie a differenza di me, che come ho già detto ne ho letti pochissimi ed ero quindi ignara degli sviluppi): è abbastanza comprensibile che il mio ragazzo abbia smesso poi di leggere quei libri, dato che gli argomenti sono diventati gradualmente sempre meno interessanti per un bambino (ma, a mio parere, anche per una bambina): amori da sogno, matrimoni, moda, bellezza.
    Siamo davanti quindi all'ennesimo prodotto editoriale "partito bene" (anche se, come ho già detto, non capisco perché riservarlo fin dall'inizio solo alle ragazze, attraverso il colore fuxia che purtroppo nella nostra cultura scoraggia i maschietti), ma rovinatosi nel tempo. Ed è stato per me doloroso apprendere che anche Geronimo Stilton, che io ho sempre reputato lontano dagli stereotipi (promuoveva personaggi profondamente variegati e presentava come modello da seguire il maschio sensibile, romantico e colto, ben distante dall' "uomo che non deve chiedere mai" a cui siamo abituati), si sia piegato a questo.
    A questo punto mi chiedo se esistano ancora libri per bambini privi di stereotipi, fuorché quelli che esplicitamente si dichiarano contro gli stessi. Libri in cui non ci si ponga affatto il problema, per intenderci. Ricordo ancora con piacere la mia collezione di romanzi di Dahl (che di tanto in tanto rileggo ancora... quanto sono belli!), in cui la questione non veniva minimamente sfiorata. Ce ne sono ancora?

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