martedì 12 febbraio 2013

Qualcuno salvi le facoltà umanistiche: Non per profitto, Martha C. Nussbaum

Nel libro “Non per profitto” Martha C. Nussbaum lancia un grido d’allarme: salvare la cultura umanistica.  
Perché ? 
Perché la democrazia è in pericolo. 
Il punto di partenza è questo: la scienza studiata correttemente è amica degli studi umanistici. 

Tuttavia, la spinta al profitto ha indotto molti leader mondiali a pensare che la scienza e la tecnologia siano le uniche cose che contino. Tralasciando il fatto che in Italia molto democraticamente non conti nulla in fatto di ricerca, la Nussbaum denuncia una tendenza crescente nel mondo: favorire solo gli studi scientifici-tecnologici al fine di far progredire il proprio paese, ovvero incrementare il PIL. Ma cos’è il PIL ? E’ l’indicatore della crescita economica ed era lo standard con cui gli economisti stabilivano la qualità della vita nel paese nel suo complesso. 
Chiaro ?
Gli economisti per stabilire se un paese “stava bene” guardavano unicamente alla crescita economica. 
( Il Sudafrica dell’apartheid era in cima queste classifiche dello sviluppo).
Ora esistono altri standard per fortuna, ma esistono ancora molte politiche che si rifanno a questo modello. 
In molte nazioni, tra le prime India e Cina, si tende a vedere la formazione universitaria solo in termini di vantaggi economici, quindi si favoriscono solo le facoltà scientifiche, perché producono risultati immediatamente visibili. Lo stato, le università, i dipartimenti vogliono solo una cosa: obiettivi immediati e materiali. Il modello del mercato è diventato il parametro con cui si definisce l’istruzione.
L’ossessione della crescita economica ha portato cambiamenti pericolosi nei percorsi di studi, nella pedagogia nel sistema dei finanziamenti: quelli delle facoltà umanistiche si stanno assottigliando ovunque, il che significa diminuzione del numero dei docenti e diminuzione del numero degli studenti. 
I ricercatori umanisti devono trovare spesso da soli i finanziatori: in passato gli studi umanistici venivano finanziati in modo continuativo e diretto, si dava per scontato che gli studi non producessero scoperto proficue nell’immediato, contribuivano alla vita umana in generale. Oggi non è più così.

Ma perché studiare in una facoltà umanistica? 

Per  la Nussbaum innanzitutto gli studi artistici e umanisti aiutano a pensare criticamente, danno la capacità di saper pensare oltre i localismi e di affrontare i problemi del mondo come cittadini del mondo: protagonisti e non spettatori. 
Vi è poi la stimolazione continua dell’immaginazione, da pensare non solo in senso “artistico”, ma nel pensare vere e proprie vie alternative per risolvere un problema, saper pensare fuori dagli schemi in qualsiasi realtà. 
La vicinanza empatica alle esperienze più varie aiuta a calarsi nei panni altrui.
Sopratutto le capacità intellettuali di riflessione e pensiero critico sono importanti per mantenere vive  e ben salde le democrazie. La democrazia però richiede qualcosa in più, una partecipazione attiva da parte del cittadino: se il cittadino però non sa pensare, non sa guardare oltre il suo piccolo orto di interessi, cosa se ne fa della democrazia ?
Automi ?
Il rischio delle nazioni è quello di essere abitate da persone che non hanno imparato ad essere critiche nei confronti dell’autorità: un clima ideale per qualsiasi tipo di dittatura, militare, intellettuale, commerciale.
Quest’ultime hanno da trarre tutti i vantaggi: da una parte alimentano la cultura scientifica per ricavarne solo ed unicamente profitto, dall’altra indeboliscono la democrazia per poter manovrare meglio le persone, propinando prodotti di cui non si ha bisogno, ma sopratutto chiudendo gli occhi alla gente e spegnendo ogni pensiero che sia possibile una vita diversa. 
Secondo Martha Nussbaum i rischi della democrazia sono: scarsa capacità di ragionamento, provincialismo, fretta, inerzia, egoismo e povertà di spirito. L’istruzione volta solo al tornaconto sul mercato globale esalta queste carenze, producendo grettezza e docilità che minacciano la vita della democrazia. 
Bisogna insomma costruire un mondo degno di essere vissuto, vedere gli esseri umani allo stesso modo, a tutto tondo.

Un parere 
Quando ho letto questo testo mi aspettavo altro sinceramente, ragioni valide per continuare a studiare la storia, le lettere, le arti. Ho trovato altro, ma ne sono rimasta ugualmente soddisfatta, anche perché è stato il primo testo di questo tipo cui mi sono avvicinata.
Immaginazione
Consiglio di leggerlo a chi vuole capire in che direzione culturale-economica sta andando il mondo. 
Anche se dal testo mi aspettavo qualcosa in più, qualche soluzione forse. Credo profondamente nell'importanza della cultura umanistica, non solo perché, come dice la Nussbaum, la democrazia è in pericolo e ci sia quindi un effettivo bisogno di cultura vera (basta guardare alla situazione politico-sociale-economica  odierna), ma anche perché il mondo di oggi, l'era della comunicazione, si basa al 90% su questo: evasione dalla realtà, ricerca dell'altro, del diverso da noi. Per quanto poi alla gente l'industria culturale non propini altro che falsi miti e falsi ideali, alla base dell'uomo moderno c'è questa continua tensione a voler essere altro, ad immaginare. 
E' questa, a mio parere, la potenza della cultura.


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