mercoledì 28 novembre 2012

Classici per ragazzi: integrali o ridotti?

Lunedì a Fahrenheit si parlava di questo argomento: se ridurre o meno i libri classici per i ragazzi.
Purtroppo non sono riuscita ad ascoltare la trasmissione, ho cercato il podcast sul sito ma non l'ho trovato.   
Bianca Pitzorno
Comunque la questione nasce da una mail che Bianca Pitzorno aveva inviato alla redazione di Fahrenheit: un invito a fare a meno delle riduzioni dei classici per ragazzi. Per "classici" si intendono libri come Moby Dick o Il libro della giungla.
Ho seguito alcuni commenti su Facebook e ho visto che la maggior parte di chi rispondeva alla domanda era per i classici integrali.

Io potrei essere d'accordo con Bianca Pitzorno e gli altri, ma... stiamo parlando degli stessi ragazzi?
Quando si parla di Ragazzi io mi riferisco a quelli delle medie (11-14 anni), i ragazzi delle superiori sono Young Adults (Giovani adulti, 14-...) nel mondo dei libri e delle biblioteche. 

In ogni caso, io sono decisamente per i classici ridotti, con le dovute eccezioni. 
Credo che chi opti per proporre l'edizione integrale ai ragazzi sia un lettore, un forte lettore, da tanto tempo: da così tanto tempo che ha dimenticato come sia non leggere, essere dei non-lettori. 
A queste persone chiederei di mettersi nei panni dei ragazzi di oggi che non leggono. 
Lasciando i ricordi nostalgici del tipo "mio papà/mio nonno mi leggeva questo e quello e io sono cresciuto benissimo" che non portano a nulla, bisogna rendersi conto che i ragazzi di oggi non sono assolutamente paragonabili ai ragazzi di ieri, per mille motivi. Bisogna poi prendere atto che i classici hanno un linguaggio diverso dai libri di oggi ( scritti in modo semplicissimo, con frasi che non superano la riga), un linguaggio che richiede uno sforzo in più, che è parte essenziale del libro, ma che se non capito rischia solo di far diventare il libro un mattone e basta.
Leggere, che piacere.
Su Facebook alcuni erano per la "purezza" del testo perché altrimenti il libro perderebbe ogni senso: ma ha senso far leggere ai ragazzi qualcosa che non capiscono davvero ? 

E' un dato di fatto che i ragazzi oggi abbiano scarse competenze linguistiche (credo che lo possa constatare chiunque abbia a che fare con il mondo della scuola e dell'educazione). A questi ragazzi dall'italiano traballante si vorrebbero dunque far leggere libri a cui la maggior parte della gente si avvicina solo da adulto ? 
Penso ai ragazzi delle medie che vedo in biblioteca, a come scelgono i libri che sono "obbligati" a leggere: sempre a guardare il numero di pagine, la grandezza dei caratteri, il numero delle figure...come possono leggere libri come Moby Dick o addirittura la versione originale dell'Odissea (nota: da facebook)?
Non dubito che esistano ragazzini curiosi, dotati, intelligenti, che leggono carrellate di libri fin dalla prima infanzia, ma sono solo una piccola parte. 
Gli altri non possono ancora leggere i classici, non hanno le capacità. Forse se si coltiva bene quell'obbligo scolastico in modo da far diventare la lettura un piacere proponendo libri adatti all'età, un giorno potranno ugualmente leggere i classici. 
Però perché togliere loro il piacere di scoprire queste storie? 
I ragazzi più che alla scrittura, al piacere del leggere in sé, sono attratti dalle Storie e in quest'ambito i classici la fanno da padroni. Quindi perché non far conoscere loro queste storie, attraverso libri a loro più comprensibili (le edizioni ridotte appunto) e, perché no, dall'aspetto più accattivante ?
Fermo restando che chi di dovere (insegnante/genitore/libraio/bibliotecario) sappia distinguere una buona edizione da una pessima edizione, la casa editrice specializzata in libri per ragazzi dalla casa editrice generalista. Le buone riduzioni esistono, anche se credo che sia più facile convincere a fidarsi il genitore non-lettore che il genitore-forte-lettore (che in quanto tale, spesso non accetta consigli).

Sono convinta comunque che ognuno abbia i propri gusti e i propri tempi. Sono per i classici ridotti perché penso alla maggior parte dei ragazzi; anche se sono certa che poi esistano le Matilde della situazione, ovvero lettori precoci che leggono tutto e capiscono tutto...però sono meno e, molto probabilmente, hanno alle spalle genitori che li hanno incoraggiati su questa strada e continueranno a farlo. Sono più propensa a far scoprire il piacere della lettura a chi ancora non lo conosce. Con i classici perché, anche se cambiata la forma originale, da ragazzo, la prima volta, rimane la ricchezza della storia, la seconda volta, quando si è "grandi", arriva la comprensione dei significati nascosti, delle allusioni, dell'ironia. Il piacere raddoppia.

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